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“Uccise consuocero per matrimonio non gradito”, in aula il racconto della vedova

Sul banco degli imputati siede Luigi La Lomia, pensionato 76enne di Canicattì, accusato dell’omicidio del futuro consuocero e del tentato omicidio della figlia di quest’ultimo

Pubblicato 3 anni fa

“Ho visto investire mio marito senza poter fare nulla”. È la drammatica testimonianza della vedova di Mario Vincenzo Lauricella, meccanico canicattinese, morto dopo alcuni giorni di agonia dopo essere stato picchiato e investito con un furgone dal futuro consuocero. Sul banco degli imputati siede Luigi La Lomia, pensionato 76enne di Canicattì, accusato dell’omicidio del meccanico e del tentato omicidio della figlia di quest’ultimo, salvata eroicamente dal padre. 

In aula è comparsa ieri mattina la vedova Lauricella che ha risposto alle domande delle parti davanti i giudici della Corte di Assise di Agrigento: “Pure suo figlio si vergognava della propria famiglia. Come si può ammazzare così una persona”.

Alla base della drammatica vicenda, secondo quanto ipotizzato adesso dall’accusa, un matrimonio programmato e mai digerito tra il figlio di La Lomia e la figlia della vittima. Il 30 maggio 2021, a margine dell’ennesima violenta discussione, la situazione degenerò: La Lomia prima prese a bastonate il consuocero e, dopo essere salito a bordo del suo Fiat Doblò, lo investì schiacciandolo contro il muro del magazzino. Mario Vincenzo Lauricella in quell’occasione, prima di essere travolto dal mezzo pesante, riuscì a salvare la figlia spingendola fuori dalla traiettoria del veicolo. Il meccanico morì all’ospedale di Messina dopo un mese di agonia. 

La vicenda, come ricostruito nel provvedimento, parte da lontano e precisamente dal giorno in cui si è programmato il matrimonio tra il figlio dell’indagato e la figlia della vittima. Da quel momento è cominciato un vero incubo per la famiglia con minacce e insulti sempre più frequenti e che hanno trovato l’incredibile epilogo lo scorso 30 maggio. La Lomia fu arrestato qualche giorno più tardi dai poliziotti del commissariato di Canicattì agli ordini del dirigente Francesco Sammarino.

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