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Uccise marito con complicità dell’amante: no alla revisione del processo

Rigettata la richiesta di revisione del processo avanzata da Nicola Piazza

Pubblicato 3 anni fa

No alla revisione del processo e condanna a trent’anni confermata. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso avanzato da Nicola Piazza, condannato a trent’anni di carcere per l’omicidio di Michele Cangelosi, ucciso tra il 20 ed il 21 aprile 2009 a Sciacca. Il corpo fu ritrovato, grazie alla collaborazione di uno dei protagonisti, circa otto mesi più tardi.

La vicenda è quella della morte di Michele Cangelosi, scomparso misteriosamente nell’aprile 2009. A denunciare l’accaduto la moglie, Celeste Saieva. Secondo quanto poi appurato dai vari processi, Cangelosi fu ucciso su richiesta proprio della moglie che, in accordo con Piazza – ritenuto l’amante – organizzarono l’omicidio con la complicità di altre due persone.La svolta si ebbe quando un minorenne coinvolto nella vicenda confessò e racconto alcuni particolari che furono poi confermati dalle indagini. Gli inquirenti, grazie alla sua confessione, scoprirono il luogo dove era nascosto il cadavere di Cangialosi, sepolto nelle campagne di Sciacca e ritrovato il 17 ottobre del 2009, a distanza di otto mesi dalla sua morte.

Secondo l’accusa Celeste aveva agito con la complicità à del suo amanteNicola Piazza, e con quella di altri due giovani, uno dei quali era Paolo Naro, più un terzo giovane, ancora minorenne all’epoca del fatto. La donna anche oggi continua a dire di essere innocente. Anche Nicola Piazza e Paolo Naro furono condannati a 30 anni di carcere, mentre il minorenne fu condannato a 9 anni e 4 mesi dal tribunale dei minori.

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