Canicattì

Canicattì, sergente dell’esercito condannato per insulti razzisti

Al centro dell'inchiesta gli insulti di natura razzista del sergente ad un diretto superiore

Pubblicato 2 anni fa

La Corte di Cassazione, rigettando parzialmente il ricorso avanzato dalla difesa, ha confermato la condanna ad un anno e tre mesi nei confronti del sergente Carmelo Lo Manto, 47 anni di Canicattì, per il reato di diffamazione militare pluriaggravata dalla discriminazione etnica.

La Cassazione ha annullato la sentenza limitatamente al diniego della sospensione condizionale della pena disponendo un rinvio ad altra Corte d’Appello militare.

La vicenda risale al 2014 e, secondo l’accusa, sarebbe continuata almeno fino al 2017. Al centro dell’inchiesta gli insulti di natura razzista del sergente ad un diretto superiore, l’allora capitano (oggi maggiore) dell’esercito Karim Akalay Bensellam, primo ufficiale degli alpini ad avere origini maghrebine.

“Sto marocchino di…. non è degno di stare nell’esercito italiano, ha rubato un posto ad un italiano..”. Sarebbero state queste le frasi pronunciate dal canicattinese. Quest’ultimo ha sempre respinto le accuse.

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