Canicattì

Nessun Covid-Hospital a Canicattì, protestano sindaci del distretto D3

I sindaci del Distretto Socio Sanitario D3, cioè dei Comuni di Canicattì, Naro, Camastra, Racalmuto, Grotte, Ravanusa, Campobello di Licata e Castrofilippo non ci stanno più a subire le disfunzioni del Presidio ospedaliero Barone Lombardo e sulla lacunosa e frammentaria comunicazione che dalle fonti sanitarie perviene, o meglio non perviene, ai Primi Cittadini dei Comuni […]

Pubblicato 4 anni fa

I sindaci del Distretto Socio Sanitario D3, cioè dei Comuni di Canicattì, Naro, Camastra, Racalmuto, Grotte, Ravanusa, Campobello di Licata e Castrofilippo non ci stanno più a subire le disfunzioni del Presidio ospedaliero Barone Lombardo e sulla lacunosa e frammentaria comunicazione che dalle fonti sanitarie perviene, o meglio non perviene, ai Primi Cittadini dei Comuni del Distretto.

Pertanto unitariamente hanno stilato una nota di denuncia, prot. 14001 del 31 marzo 2020, indirizzata al Presidente della Regione, On. Nello Musumeci, all’Assessore Regionale per la Salute, a S.E. il Prefetto di Agrigento, dott. Dario Caputo, al Direttore del Distretto Sanitario di Canicattì, e chiedono un intervento immediato al fine di essere tempestivamente informati e costantemente coinvolti nei processi decisionali che riguardano l’importante presidio ospedaliero e al fine di scongiurare l’allestimento all’interno dell’ospedale “Barone Lombardo” di un reparto per l’isolamento dei pazienti positivi (o sospetti positivi) al Covid_19, in quanto è materialmente impossibile – nelle condizioni date – allestire un percorso specifico che non metta a repentaglio la salute del personale ospedaliero e dei pazienti e/o comunque non li esponga al pericolo d’infezione.

Questo il contenuto integrale della nota: 

I sottoscritti Sindaci dei Comuni appartenenti al distretto sanitario di Canicattì, avendo preso atto della situazione in cui versa il presidio ospedaliero “Barone Lombardo” di Canicattì, dove affluisce la popolazione dei comuni del Distretto, 

DENUNZIANO

-la mancanza di trasparenza nella comunicazione e l’assoluta carenza di informazioni (sia nei confronti dei Sindaci, quali Autorità Sanitarie Locali, sia nei confronti dell’opinione pubblica) per quanto riguarda la gestione dell’emergenza Covid 19 con particolare riferimento:

1) al possibile focolaio epidemico che potrebbe aver messo a repentaglio la salute di pazienti in vari reparti, essendo risultati positivi al tampone rino-faringeo unità di personale medico e infermieristico;

-2) alla sanificazione dei reparti in cui hanno prestato la loro attività le unità di personale poi risultate positive al covid-19 e di tutti gli altri reparti e locali del presidio;

-3) alla mancata messa a disposizione dei dispositivi di sicurezza e di tutti gli strumenti che consentano a tutto il personale medico, infermieristico e a ogni altra categoria di personale di lavorare in sicurezza e con efficacia;

-4) al numero di tamponi effettuati per il personale in servizio presso il Presidio Ospedaliero e all’urgenza di sottoporre a tampone rino-faringeo tutto il personale non ancora sottopostovi;

-5) alla paventata istituzione di un ricovero per l’isolamento dei pazienti positivi (o sospetti positivi) nel reparto attualmente destinato alla chirurgia, senza che sussistano le oggettive condizioni effettive per l’individuazione sicura di un percorso specifico che non metta a repentaglio la salute del personale ospedaliero e dei pazienti e/o comunque non li esponga al pericolo d’infezione.

Chiediamo  un intervento immediato degli Organi in indirizzo, al fine di essere tempestivamente informati e costantemente coinvolti nei processi decisionali che riguardano l’importante presidio ospedaliero e al fine di scongiurare l’allestimento all’interno dell’ospedale “Barone Lombardo” di un reparto per l’isolamento dei pazienti positivi (o sospetti positivi) al Covid_19, in quanto è materialmente impossibile – nelle condizioni date – allestire un percorso specifico che non metta a repentaglio la salute del personale ospedaliero e dei pazienti e/o comunque non li esponga al pericolo d’infezione”.

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