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Favara, droga e ricatti sessuali: “Attenta che finisci su Youporn”

La paziente veniva obbligata a compiere atti sessuali pur di soddisfare l'esigenza di avere cocaina

Pubblicato 3 anni fa

Il coraggio della denuncia e il desiderio di non subire più angherie, violenze sessuali e maltrattamenti.

Nasce così l’indagine “Dark community” condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura che fa tesoro della volontà della denunciante, soggetto affetto da disturbi psichici anche in relazione alla sua tossicodipendenza, per stroncare l’ignobile traffico di droga e sesso avvenuto all’interno della comunità  alloggio per malati psichici “Oasi Emmanuele” di Favara.

 Dalle carte dell’inchiesta, emerge: che la vittima è una paziente della struttura che esasperata mette nero su bianco, aiutata dal compagno ed ostacolata dalla madre: “In alcune occasioni, la cessione della droga avveniva da parte del Bennardo personalmente, allorquando riusciva a incontrarsi con la omissis  all’esterno della Comunità.  Proprio in quelle occasioni, si accertava la peculiarità del pagamento, atteso che la persona offesa soddisfaceva le pretese sessuali dell’indagato quale controprestazione richiesta per la cessione. Dalle conversazioni in esame emergeva un chiaro assoggettamento psicologico della omissis nei confronti del Bennardo, che consentiva a quest’ultimo d i avanzare nei suoi riguardi vere e proprie pretese d i natura sessuale, così abusando delle condizioni di inferiorità psichica della persona offesa.

Ed invero, omissis sporgeva querela, confermando di avere fatto uso di sostanza stupefacente all’interno della Comunità grazie alle cessioni di Bennardo Chyarl e con l’intermediazione di Graccione Paolo.

Così come confermato nel corso delle conversazioni telefoniche intercettate, il Bennardo cedeva la droga omissis e, approfittandosi  del suo stato di infermità psicofisica, dovuta anche alla dipendenza dalla sostanza stupefacente, chiedeva e otteneva rapporti sessuali dalla persona offesa la quale, in sede di denuncia, differenziando specificamente le fasi della relazione intrattenuta con il Bennardo, escludeva la presenza di un consenso agli atti sessuali compiuti durante il ricovero presso la Comunità, cedendo alle richieste del Bennardo esclusivamente per ottenere la droga di cui necessitava a causa delle proprie patologie psichiche.

Ed ancora, omissis riferiva anche di minacce da parte del Bennardo finalizzate ad intrattenere rapporti sessuali.

Dette minacce risultavano collegate alla esistenza di un video, avente ad oggetto taluni incontri di natura sessuale intrattenuti tra il Bennardo e omissis, di cui lo stesso Bennardo prospettava la diffusione su Youporn  qualora la omissis non avesse acconsentito ad avere rapporti sessuali con il Bennardo stesso.

La circostanza emergeva sia dalla denuncia sporta da omissis, che dalle intercettazioni telefoniche, laddove risultava chiaramente l’esistenza del predetto video e le minacce rivolte dal Bennardo.

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