Catania

Operazione “Ercole”, morte sospetta e medicinali proibiti: arrestato anche un carabiniere (vd)

I carabinieri, nella provincia di Reggio Calabria, Catania e Firenze hanno eseguito un’ordinanza nei confronti di 9 persone (di cui 3 agli arresti domiciliari, 6 all’obbligo di dimora nel comune di residenza e 1 all’obbligo di firma). I destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari sono: Carmelo Gullì, 50enne reggino, preparatore atletico e sportivo, appuntato […]

Pubblicato 5 anni fa

I
carabinieri, nella provincia di Reggio Calabria, Catania e Firenze hanno
eseguito un’ordinanza nei confronti di 9 persone (di cui 3 agli arresti
domiciliari, 6 all’obbligo di dimora nel comune di residenza e 1 all’obbligo di
firma).

I
destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari sono: Carmelo
Gullì, 50enne reggino, preparatore atletico e sportivo, appuntato scelto dei
carabinieri del ruolo forestale; Roberto Fazzari, 30enne di Polistena,
preparatore atletico e sportivo; Felice Crupi, 43enne di Laureana di Borrello,
gestore di palestre e commerciante.

Obbligo
di dimora nel comune di residenza  per:
Cristian Gianluca Garozzo, 45enne catanese, commerciante; Krisztian D’Osualdo,
49enne ungherese, rappresentante commerciale; Roberto Pepe, 54enne di Polistena,
gestore di palestre, sportivo e preparatore atletico; Raffaele Amato, 36enne di
Cinquefrondi, commerciante; Giovanni Saccone, 27enne fiorentino.

Sottoposto
all’obbligo di firma Giuseppe Foti, 26enne di Ferruzzano, magazziniere.

Fatta
luce su una morte sospetta di un 40 enne taurianovesee e smantellato un ingente
traffico di anabolizzanti in palestre e nelle competizioni sportive.

Le
accuse per gli indagati sono di commercio di sostanze anabolizzanti, commercio
di farmaci stupefacenti, somministrazione di farmaci dopanti per alterare le
prestazioni agonistiche, ricettazione, esercizio abusivo di professione e
somministrazione di farmaci pericolosi per la salute pubblica.

Nel
corso delle operazioni, durante le quali sono state eseguite anche diverse
perquisizioni in Toscana, Calabria e Sicilia, è stata inoltre eseguita la
misura cautelare del sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un
valore di oltre 100 mila euro, riconducibili a due degli indagati, in quanto
ritenuti frutto del commercio illecito.

Nel
contesto delle indagini sono state ricostruite responsabilità penali a carico
di 20 persone.

Morte sospetta e medicinali proibiti, arrestato anche un carabiniere

L’operazione,
denominata “Ercole”, giunge all’esito di una articolata attività
investigativa, supportata da serrati monitoraggi tecnici, analisi documentali e
indagini tradizionali, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova con
un supporto specialistico del Nas di Reggio Calabria, sotto il coordinamento
della Procura della Repubblica di Palmi diretta dal procuratore capo Ottavio
Sferlazza e avviata nell’ottobre 2017 a seguito di una morte sospetta di un
40enne di Taurianova. L’uomo, in salute e sportivo, una mattina venne trovato
privo di vita in casa dai familiari in circostanze anomale e improvvise, ma
inizialmente fu ipotizzato un ordinario arresto cardio-respiratorio. Tuttavia,
l’assenza di patologie pregresse o altri elementi sintomatici e le successive
informazioni raccolte dai carabinieri di Taurianova, hanno fatto emergere il
sospetto che il decesso fosse, in realtà, connesso all’attività sportiva
praticata dall’uomo nell’ambito del fitness e del body building.

All’esito
delle indagini è in effetti emerso come il 40enne, nella sua attività sportiva,
facesse sistematico uso di farmaci e sostanze anabolizzanti, che gli avevano
anche causato forti scompensi di salute, e che l’uomo assumeva dietro
prescrizione di un personal trainer. Quest’ultimo, con le stesse modalità di
altri odierni indagati, dietro lauti pagamenti e senza alcuna competenza
medico-sportiva, elaborava, per abituali frequentatori di palestre, programmi
che prevedevano, in modo combinato, una parte atletica di esercizi da fare in
palestra, una parte alimentare concernente una speciale dieta da seguire, ed
infine una parte riguardante l’assunzione di farmaci e sostanze ad azione
dopante, al fine di facilitare i risultati o competere in modo più efficace
nelle gare.

I
prodotti commerciati erano i più disparati, “Gh”,
“nandrolone”, “trembolone”, “Stanazolo”,
“testosterone”, con le loro varie declinazioni sintetiche, ormoni e
farmaci androgeni e steroidei, vietati in Italia oppure destinati alla cura di
gravi patologie e sindrome umane o addirittura a scopo veterinario. Per quanto
appurato dai carabinieri reggini, i canali di approvvigionamento erano per lo
più riconducibili all’estero, soprattutto da paesi est-europei e orientali, con
metodi di pagamento basati sui circuiti internazionali, ma anche
“bitcoin”, contanti e ricariche post-pay.

Sono
state individuate anche talune locali farmacie che, “sottobanco”,
riuscivano a cedere a conoscenti e amici farmaci soggetti a prescrizione medica
e solo per gravi patologie, anche tumorali, o ancora destinati ad uso
veterinario, con quindi grave pericolo per la salute in caso di abuso.
L’indagine ha coinvolto vari protagonisti, dagli imprenditori del fitness, che
approfittavano della professione e quindi dei contatti con gli atleti per
aumentare i guadagni, ai personal trainer, o presunti tali, che improvvisandosi
farmacisti, medici, nutrizionisti, anche al fine di consolidare il loro
prestigio nelle competizioni agonistiche, consigliavano, anzi incoraggiavano il
consumo di anabolizzanti ai loro atleti – talvolta procurati da loro stessi –
ma anche commercianti di prodotti per le palestre, che tra le vendite legali
aggiungevano il commercio di farmaci e sostanze vietate.

Nella
rete degli investigatori è finito anche un appuntato dei carabinieri del ruolo
forestale, accusato di essere il preparatore atletico del deceduto, al quale
aveva prescritto, ma anche fornito, i farmaci anabolizzanti, che, secondo quanto
ricostruito dalla Procura della Repubblica di Palmi, sono stati la principale
causa della sua morte. Lo stesso, noto sportivo e preparatore atletico nella
Provincia di Reggio Calabria, aveva una ampia platea di atleti, che si
rivolgevano a lui via internet o per passaparola, che allenava anche mediante
somministrazione e un commercio sistematico di farmaci anabolizzanti e
stupefacenti, con regolari consegne a mano o anche via posta.

L’appartenenza
all’Arma dei carabinieri ha però rappresentato un aggravamento della sua
condotta; tale qualifica infatti, notoria a gran parte delle persone, era di
per sé un fuorviante elemento di affidabilità e sicurezza, tanto è che tra i
suoi numerosi clienti sono stati individuati anche alcuni singoli appartenenti
alle forze dell’ordine. Tale gravissima violazione dei doveri e obblighi della
sua professione è stata però, come sempre accade, prontamente e severamente
colpita e approfondita dai suoi stessi colleghi dell’Arma reggina.

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