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Prostituzione a Palma, Licata e Canicattì: arrestati “Mario il rumeno” Ionela ed Enzo Mangiavillano; 50 indagati (ft)

Gli agenti del Commissariato di Palma di Montechiaro hanno eseguito ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, nei confronti di quattro persone accusate di sfruttamento della prostituzione. Una, un cittadino romeno, risulta ancora latitante e viene attivamente ricercato. E’ sfuggito alla cattura nel corso dell’operazione “Rege manex” le cui […]

Pubblicato 5 anni fa

Gli agenti del Commissariato di Palma di Montechiaro hanno eseguito ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, nei confronti di quattro persone accusate di sfruttamento della prostituzione. Una, un cittadino romeno, risulta ancora latitante e viene attivamente ricercato.

E’ sfuggito alla cattura nel corso dell’operazione “Rege manex” le cui indagini sono cominciate nel 2016 e che adesso hanno portato agli arresti

In manette (tutti ai domiciliari) sono finiti: Vincenzo Mangiavillano, 62 anni di Palma di Montechiaro; Negoita Pardaian, 46 anni, residente a Canicattì; Ionela, Bichinet, 30 anni, rumena residente a Capo e catturata a Rocca di Neto, nel crotonese.

Negrita Pardaian detto “Mario”, molto conosciuto a Palma di Montechiaro – sarebbe il vero capo e lo stratega della banda che avrebbe messo su un giro di prostituzione tra Licata, Palma e Canicattì organizzando incontri di sesso a pagamento utilizzando giovani donne rumene (perlopiù). Gli organizzatori del giro mettevano a disposizione case da utilizzare per gli incontri di sesso a pagamento e naturalmente reclutavano le ragazze e le accompagnavano agli appuntamenti.

Alte le percentuali di guadagno degli sfruttatori, quasi il 50% di quanto incassato dalla giovane prostitua.

I tre sono agli arresti domiciliari.

Le vittime sarebbero ragazze provenienti per la maggior parte dei casi dall’est Europa e, in particolare, dalla Romania. Accertati una decina di episodi. Indagate anche altre persone che avrebbero avuto un ruolo decisivo nel procacciare le ragazze e convincerle a prestare attività sessuali con la prospettiva di facili guadagni.

Complessivamente gli indagati sono una cinquantina tra avvenenti prostitute romene (sei), organizzatori del traffico e clienti. Questi ultimi molto spesso sono uomini avanti con l’età ai quali veniva riservato un trattamento doppio per un pagamento doppio: servizio badanti e sesso.

Gli incontri sessuali avvenivano in posti svariati e pubblici. Persino nella villa comunale. Oppure in auto con qualche incidente di percorso quando, viene fuori dall’inchiesta, una prestazione sessuale è stata interrotta dal pianto di un bimbo appena svegliatosi e che si trovava in auto.

Le donne venivano anche “affittate” per feste da addio al celibato, particolarmente richieste con viva soddisfazione per tutti. Infine, va segnalato come gli organizzatori del traffico di sesso mandavano al macello anche compagne, mogli e suocere.

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