Daniele Pecci è il “Macbeth”: sul palco del Palacongressi la più oscura delle opere di Shakespeare
Il dramma della sete di potere e di vendetta, la pazzia e un destino ineluttabile sono tra gli ingredienti di una delle tragedie più note dell’autore inglese
Un classico intramontabile rivivrà al Palacongressi di Agrigento nel contesto della rassegna “Riflessi Culturali”. Daniele Pecci, che cura anche la regia, e Sandra Toffolatti il prossimo 11 dicembre a partire dalle 20.30 porteranno in scena la tragedia più oscura di William Shakespeare: il “Macbeth”.
La storia è nota: il generale scozzese Macbeth riceve da tre streghe la profezia che diventerà re. Spinto dall’ambizione e da sua moglie, Lady Macbeth, assassina il Re Duncan per usurpare il trono. Inizia così un regno di terrore e paranoia, segnato da una serie di omicidi. La coppia reale viene consumata dal senso di colpa e dalla pazzia, mentre le profezie ambigue delle streghe si rivelano ingannevoli. Macbeth viene infine sconfitto e ucciso da Macduff, e il legittimo erede prende il trono.
Nelle sue note di regia Daniele Pecci, che è alla sua seconda avventura shakespeariana dopo “Amleto” ci racconta il suo pensiero: “Ciò che è fatto, non si può disfare”, perché l’atto stabilisce un punto di non ritorno. Questo accade nel Macbeth: una volta entrati nel sangue bisogna per forza proseguire in una spirale omicidiaria che non può avere fine. E’ un incubo dal quale ci si vorrebbe svegliare, ma ad un certo punto diventa difficile districarsi fra stato di veglia e sonno. Nella più esoterica delle tragedie shakespeariane il “viaggio” non può che essere all’interno della mente, dell’inconscio, del sogno del protagonista. Desolate lande metafisiche, tramonti surreali di sangue, paesaggi distorti, deformati dal sogno, saranno il tentativo di un’indagine sulla natura omicida dell’uomo”




