Cultura

Pirandello e Sciascia, figli della Stessa Terra

In parecchi si sono chiesti “Come mai tra i relatori non compare il nome di Matteo Collura, noto biografo sia di Pirandello sia di Sciascia?

Pubblicato 3 anni fa

“Pirandello e Sciascia, figli della stessa terra”, una “due giorni” (il 3 e 4 settembre presso Villa Genuardi, sede della Soprintendenza di Agrigento) dedicata ai due grandi scrittori. Pregevole iniziativa che ha visto la partecipazione di critici e giornalisti come Salvatore Ferlita, Roberto Alaimo, Massimo Onofri, Alfonso Maurizio Iacono. Inaugurata una mostra fotografica di Angelo Pitrone, presentata da Stefano Milioto

Un momento del convegno (foto da Facebook”

Un convegno che ha già suscitato sui social una giusta polemica e sorpresa. In parecchi si sono chiesti “Come mai tra i relatori non compare il nome di Matteo Collura, noto biografo sia di Pirandello sia di Sciascia? 

E la domanda appare ancora più legittima se si tiene conto che Matteo Collura di recente ha scritto una “Conversazione (im)possibile” tra Pirandello e Sciascia, poco più di un mese fa rappresentata con successo al Teatro Antico di Taormina, (ne abbiamo riferito su Grandangolo) interpreti lo stesso Collura, nei panni di Pirandello e Fabrizio Catalano, nipote di Sciascia, nei panni del nonno. 

Da noi interpellato, Matteo Collura non ha mostrato grande interesse per l’argomento. 

“Sono impegnato a scrivere la sceneggiatura di un film su Luigi Pirandello di prossima realizzazione”, ci ha detto. E ha specificato: “II regista sarà Michele Placido, autore con me della sceneggiatura. Non ho tempo per dedicarmi ad altro, in questo periodo, e difatti sono in partenza per Milano, le vacanze agrigentine finite”. 

Comprendiamo la discrezione di Collura nel commentare questa sua assenza, per questo ci siamo rivolti ad altri esponenti della cultura agrigentina per ascoltare la loro opinione in proposito. Lo scrittore agrigentino Alfonso Gueli conferma che  “nel leggere i nomi dei partecipanti, tra i più prestigiosi esponenti del mondo della cultura, mi ha molto sorpreso l’assenza – tra questi – di Matteo Collura, autore, tra l’altro, di una ormai famosa biografia di Sciascia (“Il maestro di Regalpetra”) e di una  biografia romanzata di Pirandello, “Il gioco della parti”. Proprio qualche settimana fa Collura è stato autore e protagonista, assieme a Fabrizio Catalano, nipote di Sciascia, dello spettacolo “Una conversazione (im)possibile”, (dialogo immaginario tra Pirandello e Sciascia) andato in scena con successo al teatro greco di Taormina. Mi chiedo: come mai, proprio ad Agrigento, questa assenza, o meglio, per dirla tutta, questa inspiegabile esclusione”?

Gaspare Agnello che di Sciascia ha scritto una appassionata narrazione delle sue frequentazioni  con lo scrittore racalmutese dice di comprendere le esigenze degli organizzatori ma “questo nulla toglie alle competenze specifiche di Collura su tale materia”. Collura ha scritto una biografia fondamentale per capire Sciascia e un altrettanto fondamentale libro su Pirandello da cui Placido trarrà un film a cui Collura sta lavorando.” 

E si unisce alle perplessità espresse sui social da Mario Patanè, studioso di cinema e organizzatore di importanti eventi dedicati al cinema. 

Lo scrittore agrigentino Beniamino Biondi rivela un aspetto più articolato  dell’assenza di Collura al convegno e risponde che “Mi viene fatto di pensare, con riferimento alle due giornate di incontri e studio su Pirandello e Sciascia, che l’assenza di Matteo Collura – in qualità di autorevolissimo relatore – sia soltanto una dimenticanza. Ché abbia i caratteri della colpa, insomma, e non del dolo, il mancato invito che avrebbe dovuto essere partecipato allo scrittore agrigentino, dall’esordio narrativo con Einaudi (Associazione indigenti” ndr) all’impegno per la più bella tra le biografie sciasciane, un vero e proprio racconto di formazione che impianta su un robusto modello romanzesco gli elementi tipici del saggio. Un’operazione ardita e inusuale, che ha i tratti della scommessa vinta; perché il libro, “Il maestro di Regalpetra”, è stato tradotto da più parti, finendo per diventare il testo di riferimento esemplare per chi si approccia alla figura di Leonardo Sciascia. Ancora di più, per certi aspetti, è avvenuto con il libro su Pirandello, la cui lettura ha folgorato di recente Michele Placido, il quale ha deciso proprio di farne un film, affidando alla tessitura del racconto di Collura una sorta di schema biografico ideale per il cinema. Celebrando Sciascia e Pirandello, e non porgendo un doveroso invito a Matteo Collura, si rischia l’inciampo della colpa, laddove la sua assenza – per dirla col poeta Bertolucci – sarà “più acuta presenza”, un’omissione incomprensibile che finirà per porre qualche legittimo interrogativo fra il pubblico. Sono però certo, conoscendo le doti d’intelligenza degli organizzatori, che si potrà rimediare in qualche maniera, lasciando che la figura di Collura appaia nel solco dei vari interventi, citato d’obbligo per il suo lavoro, non negoziando al silenzio l’opera di un grande scrittore, che, piaccia o meno, è la figura letteraria più autorevole di Agrigento”.  

Forse per ben comprendere quanto sta accadendo ad Agrigento bisognerà seguire i lavori del convegno che si tiene, quasi in contemporanea, a Firenze dal 2 al 4 settembre: Convivenze ambigue – Culture differenti e valori comuni? organizzato dalla Fondazione Intercultura, per rimettere il concetto di cultura al “suo posto” e cioè per rimettere in discussione l’idea che gli individui aderiscano meccanicamente ad una cultura che li domina e li controlla; che queste diverse culture, in cui il mondo è frammentato, siano, talvolta, “troppo diverse” per permettere agli uomini e alle donne di capirsi e convivere; che le cause di tutti i conflitti siano “culturali”. Ben venga questo convegno – hanno scritto i promotori – per ripensare al concetto antropologico di cultura a partire dalle motivazioni per cui è stato elaborato dai primi antropologi: un comun denominatore in grado di permettere la conoscenza del genere umano e per riportare l’attenzione  del pensiero sociale dal tema delle differenze al tema delle ricorrenze e delle similitudini tra individui e società”.

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