Cultura

S.Angelo Muxaro, trovati vasi e resti scheletrici in necropoli del IV millennio a.C

La ripresa della campagna di scavi archeologici continua a produrre risultati sorprendenti. A Sant’Angelo Muxaro, piccolo centro dell’entroterra agrigentino, le ricerche in localita’ Monte M’pisu, nelle tombe a pozzetto della necropoli eneolitica risalente al IV millennio avanti Cristo, hanno infatti portato alla luce vasi e resti scheletrici molto interessanti. I ritrovamenti saranno sottoposti, nei prossimi […]

Pubblicato 4 anni fa

La ripresa della campagna di scavi archeologici continua a produrre risultati sorprendenti. A Sant’Angelo Muxaro, piccolo centro dell’entroterra agrigentino, le ricerche in localita’ Monte M’pisu, nelle tombe a pozzetto della necropoli eneolitica risalente al IV millennio avanti Cristo, hanno infatti portato alla luce vasi e resti scheletrici molto interessanti. I ritrovamenti saranno sottoposti, nei prossimi giorni, a esami scientifici e specifici che consentiranno di identificarne il contenuto. Le analisi isotopiche sui reperti scheletrici serviranno a identificare, invece, il tipo di dieta alimentare adottata dalla popolazione. Di grande rilevanza anche le indagini che si stanno conducendo sul Monte Castello, alta e inaccessibile rocca sul fiume Platani identificata con Kamicos, cui e’ legato un patrimonio di leggende che ruotano intorno alla figura del cretese Minosse e del re sicano Kokalos.

Un saggio in profondita’, infatti, ha rivelato la presenza umana gia’ cinquemila anni prima di Cristo mostrando ceramiche a decoro dipinto e inciso/impresso e, soprattutto, reperti di ossidiana di Lipari e Pantelleria che documentano gia’ nel Neolitico rapporti commerciali ad ampio raggio. Quella di Monte Castello, infatti, si rivela una delle piu’ importanti stratificazioni archeologiche mai documentate che, proprio in questo sito, descrive un continuum ininterrotto dal V millennio avanti Cristo fino ad eta’ greca, romana e medievale. La Regione Siciliana ha finanziato in totale otto cantieri nelle province di Palermo, Catania, Agrigento, Trapani, Enna, Ragusa e Messina. Le attivita’ riguardano, soprattutto, quelle zone della Sicilia che fino a ora hanno ricevuto minori attenzioni, sia in termini di finanziamento per la ricerca, sia per l’inclusione nei grandi circuiti. La valorizzazione del nostro patrimonio archeologico – sottolinea il presidente della Regione Nello Musumeci – e’ una delle priorita’ del mio governo. Quello di Sant’Angelo Muxaro e’ uno degli otto cantieri che abbiamo attivato in tutta l’Isola, dopo un’interruzione di oltre dieci anni, per aprire una nuova stagione che consentira’ alla nostra terra di ottenere un duplice risultato: da un lato arricchire l’offerta del nostro immenso giacimento culturale a turisti, studiosi e curiosi, dall’altro conservare la nostra memoria”. “Le attivita’ di ricerca e di scavo archeologico negli ultimi decenni sono state condotte da Universita’ e Istituti privati – dice l’assessore dei Beni culturali e dell’identita’ siciliana, Alberto Samona’ – ed e’ stata precisa volonta’ del governo regionale, sotto impulso dell’assessore Sebastiano Tusa, quella di ricominciare a finanziare campagne in tutta la Sicilia affidandole alle professionalita’ che operano all’interno dell’assessorato ai Beni culturali”.

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