“San Calò sono”, il nuovo libro del giornalista Alfonso Bugea
La pubblicazione racconta la storia conflittuale tra S. Calogero e lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri, padre del commissario Montalbano e di Vigata, del quale a giorni si festeggerà il centenario della nascita
S’intitola “San Calò sono” l’ultimo libro del giornalista Alfonso Bugea. Ufficialmente uscirà venerdì, giorno 14, come una “vampa di ferragosto”, con le prefazioni di Michele Guardi e Gaetano Savatteri e le foto di Gianfranco Jannuzzo. Si tratta di un ebook che può essere acquistato sulla piattaforma Amazon con appena 2,70 euro. La pubblicazione racconta la storia conflittuale tra S. Calogero e lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri, padre del commissario Montalbano e di Vigata, del quale a giorni si festeggerà il centenario della nascita. Un rapporto apparentemente avverso, tra un Santo ed un ateo, ma che in realtà è intriso di rispetto e non tiene conto delle parole, delle etichette e neanche delle convinzioni religiose. Diversi ma uguali. E’ un dialogo sempre aperto, senza mai isolarsi o alzare i muri dell’intolleranza. Solo nel segno dell’accoglienza! E’ la storia di un grande insegnamento testimoniato con la vita vissuta ogni giorno, senza finzioni ed etichette. Ed in fondo è questo il vero miracolo, che San Calò e don Nenè da un secolo cercano di farci capire. Senza trucchi e senza inganni.
Dalla prefazione di Michele Guardi: Santo pure degli atei.
“Il rapporto tra San Calogero e Camilleri così sapientemente raccontato nel libro di Alfonso Bugea mi fa tornare in mente il mio rapporto con Andrea che spesso mi dava occasione di andarlo ad incontrare a casa sua . Fumava come due turchi e mi riceveva nel suo studio dove, tra le dense nubi di fumo, si distingueva una bella statuetta di San Calogero. Sapendolo dichiaratamente ateo, un giorno gli chiesi che cosa ci facessero a casa sua quella statuetta. Lui mi rispose “A mia, San Caló mi piaci assá” . Credo che quella risposta contenga il pieno significato di questo libro che raccoglie passaggi fondamentali del rapporto tra Andrea Camilleri e San Calogero. Santo di tutti. Anche degli atei”.
Dalla prefazione di Gaetano Savatteri.
“Camilleri era un Calogero chiamato Andrea (il suo primo nome) ma da tutti conosciuto come Nenè, forse in quelle due sillabe si annida in qualche modo anche il nome del santo nero che Camilleri rispettava, considerandolo l’unico abitante del suo paradiso laico. Bugea che è “marinassi”, cioè figlio della Marina, cioè Porto Empedocle. Ricongiunge i nomi di Andrea e Calogero, rinsalda il loro rapporto, riapre il dialogo tra loro, proprio perché nessuno possa gridare, come si fa durante la processione del santo nero: abbiamo dimenticato San Calò? Alfonso Bugea ce lo ricorda, perché Nenè e Calò possano tornare a filare assieme per le strade della Marina”.