Cultura

Il Vegliardo di Patmos, l’ultima opera del prete-scrittore di Favara

Di Vincenzo Arnone, prete e scrittore di Favara ne avevamo scritto pochi mesi fa in occasione della presentazione a Favara della sua ultima opera “La leggenda del raccontatore errante”.   Un piccolo capolavoro di letteratura cattolica – scrivemmo su Grandangolo –  con  una visione del mondo dove si cerca la bontà, la verità e la bellezza […]

Pubblicato 4 anni fa

Di Vincenzo Arnone, prete e scrittore di Favara ne avevamo scritto pochi mesi fa in occasione della presentazione a Favara della sua ultima opera “La leggenda del raccontatore errante”.  

Un piccolo capolavoro di letteratura cattolica – scrivemmo su Grandangolo –  con  una visione del mondo dove si cerca la bontà, la verità e la bellezza ovunque si possano trovare, e non si stanca mai di affrontare le grandi domande relative alla vita e alla fede. C’è una tensione verso l’alto nel libro di don Vincenzo Arnone come nel film di Theodor Dreyer  Ordet, ma quello che ritengo importante è il fatto che si riesce ad avvertire pienamente la modernità, per la necessità di una letteratura  che miri alla verticalità e non si limiti alla orizzontalità del racconto e della tensione”.  

Sacerdote della diocesi agrigentina, Arnone  negli anni 80 si è trasferito a Firenze dove è stata nominato amministratore di una basilica nei pressi della città toscana .Al contempo ha sviluppato una sua notevole attività culturale e letteraria. In questi anni  ha scritto numerosi romanzi, saggi, atti teatrali, l’ultimo ambientato nel Rabato agrigentino, intitolato  “Io, Luigi Pirandello”. 

Altri suoi scritti tra il saggistico, il narrativo e il teatrale, sono ”Pavese tra l’assurdo e l’Assoluto”, “La figura del prete nella narrativa del 900”, “Papini un uomo infinito”, “Romanzo toscano”, “Come Dio muove sul palcoscenico”. 

Oggi, fresco di stampa, si può trovare in libreria l’ultima fatica letteraria “Il vegliardo di Patmos”che nella sua narrazione epistolare, trova radici e motivazioni in un’antichissima tradizione cristiana secondo cui l’apostolo Giovanni, quasi centenario, sarebbe vissuto e morto nella suddetta isola greca. 

Proposta in stile arcaico, da antica favolo, la vita di Giovanni si fonde con quella di Gesù, degli altri apostoli e del tempo in cui essi vissero. L’opera nelle sue caratteristiche stilistiche si inserisce in un filone narrativo biblico che ricrea personaggi ed eventi di particolare importanza storica. Si rivolge a un pubblico medio che ha già una conoscenza della Sacra scrittura ma  da approfondire sotto l’aspetto poetico-letterario e umano.

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