Agrigento

Agrigento, terrorismo e immigrazione clandestina: 10 arresti

In manette un gruppo di agrigentini e un altro di tunisini

Pubblicato 2 anni fa

Un’associazione criminale transnazionale, composta da cittadini italiani ed extracomunitari, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con collegamenti, almeno di alcuni degli indagati, con ambienti del terrorismo internazionale, è stata smantellata dalla Guardia di finanza. Dieci le misure cautelari eseguite nell’ambito dell’operazione ‘Charon’ dai finanzieri dei Comandi provinciali di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Messina e Siena. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip di Palermo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia. 

LE INDAGINI

 I viaggi dalle coste tunisine a quelle della Sicilia avvenivano a bordo di veloci gommoni. E’ quanto emerge dall’operazione ‘Charon’ della Guardia di finanza che ha smantellato un’organizzazione criminale transazionale, composta da cittadini italiani ed extracomunitari, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con collegamenti, almeno di alcuni degli indagati, con ambienti del terrorismo internazionale. Dieci le misure emesse dal gip di Palermo su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia ed eseguite dai finanzieri dei Comandi provinciali di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Messina e Siena. L’associazione criminale era particolarmente attiva nell’organizzare sistematicamente ‘trasporti’ tra la Tunisia e le coste trapanesi e agrigentine di gruppi di nordafricani in grado di sostenere l’elevato costo dell’esclusivo transito a bordo di veloci gommoni e spesso intenzionati a sottrarsi alle ricerche delle autorità di polizia tunisina.

I VIAGGI ORGANIZZATI

Il servizio offerto dall’organizzazione criminale non si concludeva con lo sbarco, ma ricomprendeva anche successive forme di ‘assistenza’. E’ quanto hanno scoperto gli investigatori della Guardia di finanza che oggi hanno smantellato una rete di trafficanti di esseri umani. Dieci le misure restrittive eseguite dai finanzieri dei Comandi provinciali di Agrigento, Trapani, Caltanissetta, Messina e Siena nei confronti di altrettanti indagati accusati di associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dopo il viaggio a bordo di veloci gommoni dalle coste della Tunisia a quelle siciliane l’organizzazione si occupava di garantire la permanenza illegale dei migranti in Italia, con il trasporto e l’accoglienza in abitazione sicure e le fughe dai centri di accoglienza, evitando i controlli delle forze di polizia. 

GLI AMBIENTI TERRORISTICI

In una occasione, spiegano gli investigatori, il principale responsabile dell’organizzazione e alcuni suoi complici hanno ospitato in provincia di Trapani e poi aiutato a fuggire in Tunisia, una persona, con collegamenti con ambienti terroristici, destinataria di un mandato di cattura europeo spiccato dall’Autorità giudiziaria della Repubblica Federale di Germania. L’uomo era accusato di tentato omicidio, commesso a Lipsia nel 2020. In tal modo l’organizzazione criminale consentì all’indagato di sottrarsi alle ricerche delle competenti autorità tedesche e italiane.

IL LINGUAGGIO CRIPTICO

Un linguaggio criptico per eludere le indagini e un circuito di contatti stabili con organizzazioni tunisine in grado di procurare migranti pronti a partire che vivono in condizione di clandestinità in Tunisia e che hanno la necessità di allontanarsi. E’ uno dei retroscena dell’operazione ‘Charon’ della Guardia di finanza che ha smantellato un’organizzazione criminale transazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con collegamenti, almeno di alcuni degli indagati, con ambienti del terrorismo internazionale.  Grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, servizi di osservazione con riprese video e il monitoraggio degli spostamenti degli indagati, controlli in mare e sequestri e acquisizioni di documenti i militari del nucleo di Polizia economico finanziaria di Agrigento sono riusciti a ricostruire gli ‘affari’ della rete di trafficanti. E’ stato così possibile documentare il continuo contatto telefonico tra gli indagati, l’acquisto reiterato di schede telefoniche, la messa a disposizione di natanti, auto, telefoni spesso intestati a terzi, abitazioni per ospitare i migranti e capanni per nascondere i gommoni veloci con cui venivano organizzati i viaggi dalle coste della Tunisia a quelle agrigentine e trapanesi. 

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