Giudiziaria

Anche il Cga dà torto al Ministero dell’Interno: confermata sospensiva di un’informativa antimafia

L’impresa I. aveva ricevuto la notifica di un informativa interdittiva emessa sulla base di un’ipotesi di rischio di condizionamento dell’impresa da parte della criminalità organizzata; tutto ciò prevalentemente  sulla base della costituzione di una società consortile con una società raggiunta da misure cautelari in epoca di gran lunga successiva all’esecuzione dell’appalto. La società ha allora […]

Pubblicato 5 anni fa

L’impresa
I. aveva ricevuto la notifica di un informativa interdittiva emessa sulla base
di un’ipotesi di rischio di condizionamento dell’impresa da parte della
criminalità organizzata; tutto ciò prevalentemente  sulla base della costituzione di una società
consortile con una società raggiunta da misure cautelari in epoca di gran lunga
successiva all’esecuzione dell’appalto.

La
società ha allora proposto un ricorso giurisdizionale, con il patrocinio degli avvocati
Girolamo Rubino e Lucia Alfieri, per l’annullamento, previa sospensione,
dell’informativa interdittiva antimafia; 
in particolare gli avvocati Rubino e Alfieri hanno censurato il
provvedimento impugnato sotto il profilo dell’eccesso di potere, non potendo la
società ricorrente prevedere al tempo della costituzione della società
consortile circostanze a carico della società F. che si sarebbero verificate a
distanza di molti anni.

Già il Tar
Sicilia, Palermo, sezione prima, condividendo la censura afferente il difetto
di attuale rilevanza delle circostanze addotte dall’Amministrazione resistente
alla base dell’informativa, aveva accolto la richiesta di sospensiva avanzata
dai difensori; ma il Ministero dell’interno aveva proposto appello davanti al Cga
per la riforma dell’ordinanza cautelare di primo grado. Anche nella fase  di appello cautelare si è costituita la
società I., sempre con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Lucia
Alfieri, sottolineando che la società appellata aveva sempre denunciato gli
atti intimidatori subiti nei propri cantieri dissociandosi apertamente da
possibili tentativi estorsivi.

Il Cga,
condividendo anche in appello le tesi difensive degli avvocati Rubino e
Alfieri, ha respinto l’appello cautelare proposto dal Ministero dell’Interno,
confermando l’ordinanza resa dal Tar; pertanto, per effetto dei provvedimenti
cautelari resi dai giudici amministrativi, l’Impresa I. potrà continuare a
intrattenere rapporti economici e patrimoniali con le stazioni appaltanti senza
soluzione di continuità. 

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *