Giudiziaria

Atto intimidatorio con una testa di capretto: la Cassazione conferma due condanne

Si è conclusa in Cassazione la vicenda relativa all’atto intimidatorio di 8 anni fa ai danni dell’ingegnere Michele Buscarnera. Ignoti fecero trovare un sacchetto di plastica con all’interno una testa mozzata di capretto, sulla maniglia della porta dello studio professionale dell’ingegnere Michele Buscarnera. Il fatto si verificò il primo marzo del 2011. A seguito delle […]

Pubblicato 4 anni fa

Si è conclusa in Cassazione la vicenda relativa all’atto intimidatorio di 8 anni fa ai danni dell’ingegnere Michele Buscarnera. Ignoti fecero trovare un sacchetto di plastica con all’interno una testa mozzata di capretto, sulla maniglia della porta dello studio professionale dell’ingegnere Michele Buscarnera. Il fatto si verificò il primo marzo del 2011. A seguito delle indagini, in primo grado, il giudice monocratico del tribunale di Sciacca condannò i due imputati, entrambi saccensi, Baldassare Giaimo e Giuseppe Gallina, il primo commerciante e il secondo pensionato, ad una pena di 1 anno di reclusione. Al processo si costituì parte civile l’ingegnere Buscarnera, oggi deceduto, assistito dall’avvocato Aldo Rossi, ottenendo dal giudice un risarcimento complessivo di 10 mila euro a carico dei due autori dell’atto intimidatorio. In appello la pena è stata ridotta a 11 mesi e 15 giorni mentre è stato confermato il risarcimento. Nei giorni scorsi il processo è approdato in Corte di Cassazione dove è stata confermata la sentenza emessa dai giudici di Appello. “E’ stato un processo complesso – ha dichiarato l’avvocato Aldo Rossi che ha curato gli interessi dell’ingegnere Buscarnera – con intricati aspetti tecnico-giuridici da affrontare, soprattutto in tema di intercettazioni, risolti positivamente per la posizione da me difesa. Sono soddisfatto dunque – conclude il penalista saccense Aldo Rossi – per l’esito finale che ha visto riconosciuto il buon diritto dell’ingegnere Michele Buscarnera che ho avuto l’onore e l’onere di difendere in questo processo.”

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