Giudiziaria

Campobello di Licata, operaio morto sul lavoro: imprenditore risarcirà i familiari

Lo Coco morì in un cantiere della Lacosmet, ditta che produce caminetti e forni da giordino, in contrada Ciccobriblio Tre Fontane, tra Campobello e Palma di Montechiaro

Pubblicato 1 anno fa

La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione di Gioacchino Antonio Imbruglia, imprenditore di 56 anni, per la morte sul lavoro dell’operaio Antonio Lo Coco, 40 anni di Campobello di Licata, deceduto nel 2015 in un cantiere della Lacosmet. I giudici ermellini hanno però annullato la sentenza, impugnata dall’avvocato Salvatore Manganello, ai soli effetti civili. L’imprenditore, dunque, seppur assolto dovrà comunque risarcire i familiari della vittima. 

La vicenda risale al 2015. Lo Coco morì in un cantiere della Lacosmet, ditta che produce caminetti e forni da giordino, in contrada Ciccobriblio Tre Fontane, tra Campobello e Palma di Montechiaro. L’operaio deceduto era un imballatore di magazzino ma sarebbe stato utilizzato per collocare una trave su un cornicione di un capannone dove, dopo esser scivolato, cadde da un’altezza di oltre cinque metri. 

Imbruglia era stato inizialmente condannato a sette mesi di reclusione per “non aver verificato l’idoneità tecnico-professionale del Lo Coco a eseguire quel lavoro e di non aver predisposto le “adeguate precauzioni”. In Appello la sentenza fu ribaltata e il 56enne fu assolto. Assoluzione che diventa definitiva adesso con la Cassazione che però ha annullato la sentenza limitatamente agli effetti civili. 

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