Giudiziaria

False assunzioni in cambio di soldi: indagati ricorrono al Riesame

In poco più di tre mesi la banda è riuscita a truffare ben sei persone – tutte originarie della provincia di Palermo – facendosi accreditare 45 mila euro

Pubblicato 3 anni fa

Ricorreranno al Tribunale del Riesame per chiedere l’annullamento delle misure cautelari i tre indagati coinvolti nell’operazione dei carabinieri della Compagnia di Sciacca – guidati dal colonnello Roberto Vergato – che ha sgominato un’ associazione a delinquere dedita alle truffe. Si tratta di una coppia di coniugi di 44 anni originari di Ribera, Alfonso Caruana impiegato postale, e la moglie Antonina Campisciano, originaria di Sant’Anna di Caltabellotta, anche lei dipendente delle Poste, e una donna di nazionalità polacca, Sylvia Adamczyk, di 47 anni, residente a Palermo.

Gli avvocati Giovanni Vaccaro, Giovanni Vassallo e Antonino Tornambè sarebbero pronti ad avanzare il ricorso al Tribunale della Libertà. Le indagini sono state avviate nell’ottobre scorso. In poco più di tre mesi la banda è riuscita a truffare ben sei persone – tutte originarie della provincia di Palermo – facendosi accreditare 45 mila euro. Le vittime, adescate nei modi più disparati, sono finite sul lastrico indebitandosi. Durante il blitz i carabinieri hanno anche sequestrato falsi contratti di assunzione che riportavano addirittura la sigla sindacale “Cobas-Poste Italiane” che ha sede a Ribera in via Etna, e delle carte postepay dove venivano accreditati i soldi delle vittime. 

Per il capo della banda, un dipendente delle Poste Italiane di Ribera, sospeso dal lavoro, che si spacciava per dirigente sindacale, si sono aperte le porte del carcere. Per la moglie e la donna polacca, invece, è scattata la misura degli arresti domiciliari

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