Agrigento

“Falsi invalidi e benefici della 104”: si decide sul rinvio a giudizio

L’intera inchiesta ipotizza un “sistema” che coinvolgerebbe medici, insegnanti e presunti falsi invalidi facendo leva sulle agevolazioni della legge 104

Pubblicato 2 anni fa

Battute finali dell’udienza preliminare, che si sta celebrando davanti il gup del tribunale di Agrigento Giuseppe Miceli, nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 45 persone coinvolte in un altro filone di inchiesta sull’ormai nota “Carica delle 104”. Il giudice, dopo aver rigettato alcune eccezioni della difesa sulla genericità dei capi di imputazione, ha aperto le discussioni. Gli avvocati degli imputati hanno avanzato richiesta di non luogo a procedere. Il gup ha rinviato l’udienza al prossimo 13 giugno quando dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio del pm Paola Vetro. L’intera inchiesta, nota alle cronache nazionali, ipotizza un “sistema” che coinvolgerebbe medici, insegnanti e presunti falsi invalidi facendo leva sulle agevolazioni della legge 104 garantendo, a chi non aveva diritto, di potere usufruirne ottenendo tutti i vantaggi del caso (trasferimenti, invalidità civile).

GLI IMPUTATI

Antonio Alaimo, 60 anni di Favara; Alessandra Alfano, 44 anni di Agrigento; Giovanni Baio, 63 anni di Raffadali; Antonina Barbaro, 52 anni di Raffadali; Elisa Rita Capraro, 44 anni di Agrigento; Giusi Cardella, 45 anni di Raffadali; Carmelina Chianetta, 46 anni di Favara; Dario Criminisi, 41 anni di Agrigento; Serafina Cinquemani, 47 anni di Favara; Anna Rita Consolo, 51 anni di Siculiana; Giuseppa Costanza, 45 anni di Favara; Eleonora Crapanzano, 47 anni di Favara; Maria Distefano, 47 anni di Agrigento; Domenico Drago, 64 anni di Favara; Giovanna Failla, 52 anni di Favara; Grazia Maria Fanara, 44 anni di Favara; Nadia Gagliano, 47 anni di Siculiana; Rosario Marturana, 58 anni di Favara; Giovanna Montaperto, 61 anni di Agrigento; Lella Morreale, 57 anni di Agrigento; Giuseppe Moscato, 48 anni di Favara; Antonina Panarisi, 57 anni di Raffadali; Stefano Piazza, 38 anni di Favara; Giuseppina Parello, 42 anni di Favara; Giuseppina Pirrera, 52 anni di Favara; Carmela Piscopo, 54 anni di Favara; Anna Pullara, 44 anni di Favara; Antonio Ragusa, 54 anni di Raffadali; Riccardo Ragusa, 46 anni di Raffadali; Rossana Rampello, 42 anni di Raffadali; Maria Rizzo, 48 anni di Raffadali; Anna Maria Sammartino, 46 anni di Raffadali; Carlo Scibetta, 64 anni di Porto Empedocle; Carmelinda Sgarito, 45 anni di Favara; Maria Giovanna Varisano, 52 anni di Favara; Silvana Vita, 48 anni di Agrigento; Giuseppe Gallo, 68 anni di Naro; Paolo Santamaria, 66 anni di Aragona; Concetta Rubino, 58 anni di Palermo; Alfonso Russo, 72 anni di Aragona; Antonio Bosco, 68 anni di Favara; Alfonso Lo Zito, 62 anni di Agrigento; Antonia Matina, 64 anni di Favara; Lorenzo Greco, 67 anni di Agrigento; Pasqualino Messina, 55 anni di Cattolica Eraclea; Salvatore Russo, 43 anni di Agrigento.

L’INCHIESTA

La prima vera inchiesta sul sistema delle 104 risale al settembre 2014 la Procura allora guidata da Renato Di Natale, con l’aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto procuratore Andrea Maggioni, mise gli occhi su quello che sembrava essere un ben consolidato sistema – composto da medici, faccendieri, e finti disabili – che faceva leva sulle agevolazioni della legge 104 e garantiva, a chi non aveva diritto, di poterne usufruire beneficiando quindi di tutti i vantaggi. Diciannove persone, compresi dieci medici, finirono agli arresti: per sei di loro venne disposta la custodia in carcere, per 8 i domiciliari e a 5 indagati venne  imposto l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Gli indagati erano complessivamente 101.Nell’ottobre 2016 l’inchiesta si allargò sfociando nel secondo filone che altro non è che il seguito delle investigazioni condotte dalla Digos della Questura di Agrigento, un nuovo fascicolo d’inchiesta, naturale sviluppo dell’indagine  denominata “La carica delle 104. In questo caso il numero degli indagati salì a 252. Oltre cento sono medici che operano in tutta 30 la provincia di Agrigento, ed altri ancora che operano in Sicilia e su scala nazionale. Gli insegnanti indagati sono un centinaio ed a loro si aggiungo bidelli, faccendieri, portaborse, semplici galoppini. Numerose perquisizioni furono effettuate dagli agenti della Digos di Agrigento che acquisirono documentazione e fascicoli personali riguardanti 54 docenti che hanno trovato posto in scuole materne della provincia di Agrigento usufruendo della legge 104, nonchè su altro personale  dipendenti di enti pubblici  tra cui Inps e Asp. Passa un anno, siamo nell’ottobre 2017, e si apre il terzo (e al momento ultimo) filone d’inchiesta legato alla “Carica delle 104”. Altri 80 indagati di cui 31 soltanto insegnati (e parenti): la Digos, agli ordini del vice-questore Patrizia Pagano, effettuò diverse perquisizioni al Provveditorato degli Studi di Agrigento sequestrando alcuni certificati medici ritenuti dagli inquirenti – creati ad hoc per attestare invalidità – facendo così rientrare dal nord all’agrigentino molti insegnanti.

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