Camastra

“Insulti ad agente penitenziario”,condannato boss di Camastra

Esclusa l'aggravante del metodo mafioso

Pubblicato 2 anni fa

I giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, hanno disposto la condanna ad otto mesi di reclusione nei confronti di Rosario Meli, 74enne boss di Camastra, per resistenza a pubblico ufficiale. Esclusa l’aggravante del metodo mafioso. L’accusa, sostenuta in aula dal sostituto procuratore della Dda di Palermo Claudio Camilleri, aveva chiesto la condanna ad un anno e mezzo.

La vicenda risale al 14 giugno del 2018. Meli, condannato in primo e secondo grado nell’ambito del processo Vultur quale capo della famiglia mafiosa di Camastra, era detenuto nel carcere di Agrigento quando – secondo la ricostruzione accusatoria – avrebbe insultato un assistente capo della polizia penitenziaria: “Si’ un pezzu di m…. un si nuddu..”. Nei giorni precedenti, secondo quanto e’ stato ricostruito, avrebbe inoltrato all’amministrazione una richiesta di consuntivo delle somme spese all’interno della struttura carceraria.

Richiesta che, a dire di Saro Meli, detto “u puparu”, non sarebbe stata evasa in maniera corretta. L’imputato, difeso dall’avvocato Santo Lucia, già nella scorsa udienza aveva respinto le accuse: “E’ stato lui a minacciarmi dicendomi di stare zitto perché sono un mafioso. Per questo l’ho anche denunciato”. 

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