Agrigento

Kerkent, inchiesta sulle armi: Massimino jr non risponde al pm

Scena muta davanti al sostituto procuratore Gloria Andreoli di Gerlando Massimino, nipote di Antonio, arrestato insieme allo zio lo scorso 6 febbraio in seguito ad un blitz dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento in cui furono trovate una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa e caricatore inserito, due penne pistola, altre duecento munizioni e […]

Pubblicato 5 anni fa

Scena muta davanti al sostituto procuratore Gloria Andreoli di Gerlando Massimino, nipote di Antonio, arrestato insieme allo zio lo scorso 6 febbraio in seguito ad un blitz dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento in cui furono trovate una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa e caricatore inserito, due penne pistola, altre duecento munizioni e una rilevatore di frequenze. 

Massimino, difeso dall’avvocato Salvatore Pennica, ha preferito non rispondere alle domande del pm. Si tratta dell’inchiesta sulle armi rinvenute in una casa al Villaggio Mosè che ha fatto scattare l’arresto dei due con l’accusa di detenere un mini-arsenale. Il 12 luglio il pm proverà a interrogare anche Antonio Massimino, 51 anni, ritenuto dagli inquirenti il nuovo boss di Agrigento. Meno di un mese dopo dall’arresto dei due Massimino è scattato il blitz della Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento, guidata dal vicequestore Roberto Cilona, denominato “Kerkent” che ha portato all’arresto di oltre trenta persone. 

Nelle scorse settimane sono iniziati gli accertamenti sulle armi, disposti dal pm Andreoli, presso il laboratorio di biologia di Messina che già hanno dato un primo esito: “Le armi sono perfettamente funzionanti”. Il prossimo passo sarà quello di effettuare accertamenti biologici e di prelievo di eventuali tracce di dna.

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