La morte di Chiara La Mendola, definitive le condanne per due funzionari del Comune
La vicenda è legata alla morte di Chiara La Mendola, la ragazza di 24 anni deceduta in un tragico incidente stradale in via Cavaleri Magazzeni il 30 dicembre 2013
Un anno di reclusione per omicidio colposo. Diventano definitive le condanne nei confronti di due funzionari del comune di Agrigento – Giuseppe Principato e Gaspare Triassi – per il reato di omicidio colposo. La vicenda è legata alla morte di Chiara La Mendola, la ragazza di 24 anni deceduta in un tragico incidente stradale in via Cavaleri Magazzeni il 30 dicembre 2013. Lo ha stabilito la quarta sezione della Corte di Cassazione presieduta dal giudice Donatella Ferranti che, rigettando i ricorsi degli avvocati Giuseppe Scozzari e Antonino Manto, ha confermato le sentenze di condanna già emesse in primo e secondo grado.
Principato e Triassi, rispettivamente dirigente e responsabile del settore manutenzione stradale e viabilità del Comune di Agrigento, erano accusati sostanzialmente di non essersi occupati adeguatamente dello stato stradale di via Cavaleri Magazzeni nonostante le numerose segnalazioni di pericolo e la presenza di buche. Una di queste, dal diametro di oltre 60 centimetri e profonda almeno 10 centimetri, è considerata la causa dell’incidente mortale della povera Chiara. La ragazza, a bordo del suo scooter, prese in pieno la buca per poi cadere dall’altra parte della carreggiata dove stava sopraggiungendo un’auto in corsa contro la quale impattò. Gli imputati, dopo le condanne in primo e secondo grado, hanno così impugnato il verdetto. Alla base del ricorso vi erano diverse motivazioni che però sono state disattese dalla Cassazione: dalla violazione del principio del contraddittorio e del diritto di difesa alla mancata autopsia eseguita sulla giovane alla condizioni di dissesto economico in cui versava il comune di Agrigento. Su quest’ultimo punto è stato ribadito come “rimedi di poco costo avrebbero potuto scongiurare la caduta di ciclomotori nella buca”.
Gli avvocati Giuseppe Arnone e Daniela Principato, che hanno rappresentato le persone offese nel corso dell’intero iter giudiziario, hanno commentato: “Il dolore e la tristezza per la morte della giovane Chiara non potranno essere in alcun modo alleviati, innanzitutto per i suoi genitori e per chi come me ha avuto modo di conoscerla ed apprezzarla. È comunque importante che la Giustizia ha finalmente – dopo tantissimi intralci e difficoltà – pronunziato la parola fine, statuendo che la buca assassina in quella via di Cannatello non doveva esserci”