Giudiziaria

L’esplosione al mercato e la morte di due donne, ambulante agrigentino a processo  

Nell'esplosione morirono due persone e ne rimasero ferite altre tredici

Pubblicato 2 anni fa

Bisognerà attendere ancora qualche settimana prima della formale apertura del dibattimento del processo per l’esplosione al mercato comunale di Gela, avvenuta nel giugno 2019, in cui morirono due donne – Tiziana Nicastro e Giuseppa Scilio – e rimasero ferite tredici persone.  Il giudice Miriam D’Amore dovrà sciogliere alcune riserve in seguito alle eccezioni preliminari sollevate dagli avvocati della difesa. Tra queste il mancato riferimento alla società Sicilpetroli e ai responsabili civili chiamati in giudizio nel provvedimento di rinvio a giudizio.

Sul banco degli imputati siede anche l’ambulante agrigentino Claudio Catanese, originario di Grotte, accusato di omicidio colposo, incendio, lesioni colpose e alcune violazioni amministrative. L’esplosione si verificò nel giugno 2019 partendo proprio dal chiosco dell’ambulante agrigentino, impegnato in attività di rosticceria. Il rogo interessò anche un furgone, alcune automobili e diverse bancarelle. Per gli inquirenti la deflagrazione sarebbe stata causata dal sistema di cucina al quale erano collegate almeno quattro bombole Gpl. 

Nel processo è chiamato in giudizio come responsabile civile anche il comune di Gela, proprietario della zona del mercato. I familiari delle vittime e delle persone ferite si sono costituite parte civile. Il commerciante agrigentino è difeso dagli avvocati Salvatore Pennica e Alfonso Neri. La società Sicilpetroli, invece, dall’avvocato Gerlando Virone. Tra gli avvocati di parte civile Flavio Sinatra, Ivan Bellanti, Davide Limoncello, Enrico Aliotta, Salvo Macrì, Riccardo Balsamo, Joseph Donegani, Rosario Giordano, Tommaso Vespo, Giada Scerra e Luigi Cinquerrui.

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