Agrigento

Mafiosi e parenti col reddito di cittadinanza: 19 indagati ad Agrigento

Chiuse indagini ad Agrigento

Pubblicato 3 anni fa

Avrebbero percepito indebitamente il reddito di cittadinanza, con un beneficio economico dai mille fino ai diciassette mila euro, omettendo di comunicare di esser stati condannati per mafia, di trovarsi in carcere o di essere congiunti di mafiosi. E’ questa l’accusa contestata adesso dalla Procura di Agrigento – con l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Gloria Andreoli – che ha notificato a diciannove persone l’avviso di conclusione indagini. 

Si tratta di: Ignazio Sicilia, Enzo Quaranta, Luigi Messana, Giovanni Calogero Scozzaro, Carmelina Virone, Paola Quaranta, Calogera Sferlazza, Rosalia Calacione, Lucia Cacciatore, Maria Spoto, Sergio Cusumano, Pasquale Alaimo, Maria Rita Cutaia, Vincenza Genco, Angelo Pirrera, Gesua Presti, Carmelina Signorina Gelo, Rita Spallino, Monia Russello. 

Adesso gli indagati avranno venti giorni di tempo per (eventualmente) presentare memorie, produrre documenti o rilasciare dichiarazioni al pubblico ministero per evitare la richiesta di rinvio a giudizio e, dunque, evitare il processo. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Barba, Angelo Piraino, Giovanni Salvaggio, Salvatore Pennica, Salvatore Virgone, Salvatore Vaccaro, Maria Alba Nicotra, Giuseppina Paci, Giuseppe Tessitore, Francesco Accursio Mirabile, Davide Casà, Calogero Sferrazza, Carmelo Nocera. 

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