Giudiziaria

Naro, ex sindaco ed ex assessore davanti al Gup: Fai parte civile

Udienza preliminare davanti il gup del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio avanzata nei confronti dell’ex sindaco di Naro, Calogero Cremona, dell’operaio Calogero Cristi e dell’ex assessore Francesco Lisinicchia.  L’inchiesta per cui il sostituto procuratore Chiara Bisso ha chiesto il processo per i tre scaturisce dall’arresto da parte dei […]

Pubblicato 5 anni fa

Udienza preliminare davanti il gup del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto nell’ambito della richiesta di rinvio a giudizio avanzata nei confronti dell’ex sindaco di Naro, Calogero Cremona, dell’operaio Calogero Cristi e dell’ex assessore Francesco Lisinicchia. 

L’inchiesta per cui il sostituto procuratore Chiara Bisso ha chiesto il processo per i tre scaturisce dall’arresto da parte dei carabinieri di Lisinicchia nel dicembre scorso perché, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe fatto pressioni su un imprenditore, Giuseppe Romano rappresentante della Roma costruzioni srl, al fine di fargli stipulare un contratto con un’agenzia di vigilanza con cui peraltro lavorava. Alcune intercettazioni disposte a carico dell’ex assessore, difeso dagli avvocati Diego Giarratana e Antonio Panico,  “tirarono in ballo” per la vicenda oggi in questione un operaio e l’ex sindaco.

Il netturbino Cristi, che questa mattina attraverso gli avvocati Salvatore Manganello ed Eliana Salvaggio ha chiesto la messa alla prova con affidamento all’Uepe, è accusato di peculato. Sarebbe intervenuto nella casa di campagna del sindaco per rimuovere i detriti accumulatisi dopo una giornata di pioggia. Per questo motivo la Procura ha chiesto il processo anche per Calogero Cremona, ex sindaco di Naro difeso dall’avvocato Giuseppe Scozzari, accusato di peculato ma anche di abuso d’ufficio.

L’udienza è stata rinviata al 25 giugno per la trascrizione delle intercettazioni e per integrare il programma in merito all’aspetto risarcitorio.

Renzo Caponetti, presidente della Fai antiracket Coordinamento Sicilia, nonché dirigente nazionale Fai, manifesta soddisfazione, per quanto avvenuto oggi in Tribunale di Agrigento, con riguardo all’udienza  a carico di Lisinicchia accusato del reato di induzione indebita in danno dell’imprenditore Giuseppe Romano. Dopo la corruzione, e la concussione, ammessa la costituzione di parte civile, per il reato di induzione indebita.

Infatti, sono state ammesse le
costituzioni di parte civile della persona offesa Giuseppe Romano in proprio, e
nella qualità di legale rappresentante della Roma costruzioni srl, nonchè della
Fai coordinamento antiracket Sicilia rappresentata dal presidente cav. Renzo
Caponetti tutte con il patrocinio dell’avv. Giuseppe Panebianco.

Merita grande rilievo – afferma in
una nota –  l’ammissione della
costituzione di parte civile della Fai Coordinamento antiracket Sicilia da
parte del Tribunale di Agrigento che ha accolto le motivazioni addotte in sede
di costituzione dell’avv. Panebianco relativamente  all’ammissione di un reato che non può
definirsi proprio degli scopi statutari dell’Associazione.

 Infatti è stato articolato e dimostrato dal Procuratore
dell’associazione, avv. Panebianco, che il reato di induzione indebita altro
non è che una minaccia alla libertà d’impresa, tale da rendere più difficili le
condizioni di lavoro di una azienda seria e motivata quale la Roma costruzioni,
persona offesa del reato di cui al capo di imputazione.

L’accoglimento della tesi esposta
è altamente innovativa, atteso che la Fai non si costituisce solo per i reati
di estorsione ed  usura,  ampliando i propri scopi statutari anche in
considerazione che già il Tribunale di Agrigento aveva accolto, sempre per la Fai,
la costituzione per i reati di corruzione e concussione ed oggi per il reato di
induzione indebita

La Fai diventa sempre più un
modello da seguire già collaudato da tempo, impegnata anche nella lotta ai
reati dei colletti bianchi, sostenendo, nelle aule di giustizia i propri  associati.

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