Giudiziaria

Pensionato ucciso a Raffadali: 30 anni a D’Antona, 16 a Mangione

Per l'omicidio dell'ex dipendente del comune di Raffadali

Pubblicato 2 anni fa

Il gup del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha disposto due condanne nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Pasquale Mangione, 69enne ex dipendente del comune ucciso il 2 dicembre 2011 nelle campagne di contrada Modaccamo, a Raffadali.

Il giudice ha condannato a 30 anni di reclusione Angelo D’Antona, 37 anni di Raffadali, ritenuto uno degli esecutori materiali del delitto, e 16 anni di reclusione sono stati inflitti al collaborante Antonino Mangione, 42 anni di Raffadali, considerando anche i benefici della collaborazione, avendo raccontato i particolari dell’omicidio agli inquirenti che hanno poi dato una svolta alle indagini dopo quasi dieci anni.

L’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Sara Varazi, aveva chiesto la condanna all’ergastolo per D’Antona mentre 16 anni (accolti) per Mangione.

La posizione di un terzo imputato, Roberto Lampasona, 45 anni di Santa Elisabetta, è stata stralciata per un difetto di notifica dell’avviso di conclusione delle indagini. La vicenda riguarda l’omicidio di Pasquale Mangione: l’ex dipendente comunale fu ritrovato morto nel 2011 ma la svolta alle indagini si registra nel settembre 2020 con le dichiarazioni di Antonino Mangione che, oltre ad auto-accusarsi, fornì diverse indicazioni sul delitto. L’imputato ha raccontato di aver ricevuto una somma pari a 5 mila euro (non 10 mila euro) oltre a 1.300 euro per l’acquisto della pistola.

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