Giudiziaria

“Pioggia” di cocaina a Lampedusa: da dove arriva?

Dopo il sequestro e l'arresto di Ignazio Blandina

Pubblicato 2 anni fa

“Lampedusa si conferma oggi come una delle maggiori piazze di spaccio di cocaina dell’intera Sicilia. Una realtà in cui la sostanza viene venduta mediamente a prezzi più alti rispetto alle altre piazze siciliane. E questo per via della grande domanda di stupefacenti in un territorio così piccolo, soprattutto nel periodo estivo quando l’isola viene invasa da migliaia di turisti”.

Lo ha detto il procuratore capo di Agrigento facente funzioni Salvatore Vella che ha definito “ottimo il lavoro e il controllo del territorio svolto dai militari dell’Arma di Lampedusa e della compagnia di Agrigento”.

I carabinieri, coordinati dal maggiore Marco La Rovere a capo della Compagnia di Agrigento, da qualche giorno si erano accorti – è stato ricostruito dalla Procura – di un anomalo via vai di persone dall’abitazione di Blandina, che era anche sottoposto alla misura alternativa della detenzione domiciliare. E’ stato deciso, dunque, un controllo mirato e poi una perquisizione. Ed è stata trovata la cocaina, ben 24 chilogrammi, ma anche i bilancini e il denaro contante.

Il Gip, ritenendo il grave pericolo che l’indagato potesse continuare l’illecita attività di spaccio, ha disposto la custodia cautelare in carcere – per come richiesto dal pm Gianluca Caputo – .

La parte più difficile dell’indagine, dopo la brillante operazione, sta nel comprendere dove Blandina si si approvvigionato, tenuto conto che quasi 25 chili di cocaina non si reperiscono con estrema facilità se non si è ben inseriti in meccanismi di rilievo che stanno alla base del grande traffico di droga.

Facile, tuttavia, intuire che Blandina avesse fatto la scorta per soddisfare la clientela certa e sempre più numerosa che a Lampedusa trascorre le vacanze. Così come è facile intuire che con il sequestro odierno della cocaina è stata quasi azzerata la riserva di polvere bianca riservata all’isola e che, inevitabilmente, dovrà essere rimpiazzata in tempi brevissimi per non perdere la lucrosa occasione di guadagno illecito.

Ed è questo il mistero che il procuratore Vella ed il sostituto Caputo dovrebbero svelare in tempi brevi per dare risposte certe e mettere le mani su spietati ed organizzati gruppi che trafficano in cocaina su scala perlomeno nazionale. Di sicuro i precedenti penali specifici dell’odierno indagato non sembrano di grande rilievo: nel 2004 venne arrestato per aver incendiato l’auto dell’allora sindaco di Lampedusa; nel 2016 per detenzione di 10 grammi di cocaina ed ulteriori episodi di spaccio. Adesso, con i quasi 25 chili di cocaina a casa la situazione sembra essere mutata. Agli investigatori il difficile compito di trovare il bandolo dell’intricata matassa.

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