Giudiziaria

“Truffa delle assunzioni alle Poste”, scarcerato riberese

Accolto parzialmente il ricorso della difesa

Pubblicato 3 anni fa

Il Riesame di Palermo, in parziale accoglimento del ricorso avanzato dall’avvocato Giovanni Vaccaro, ha disposto la scarcerazione di Alfonso Caruana che verrà posto agli arresti domiciliari. L’indagato, ex dipendente delle Poste originario di Ribera, era stato fermato dai carabinieri lo scorso 2 aprile con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Il Tribunale della Libertà ha escluso l’aggravante della truffa ed annullato l’ordinanza per tale reato. Durante l’interrogatorio di garanzia, svolto negli scorsi giorni, Caruana ha risposto alle domande cercando di chiarire la sua posizione 

Le indagini, che hanno portato all’arresto anche della moglie del principale indagato e di una collaboratriceAntonina Campisciano, originaria di Sant’Anna di Caltabellotta e e una donna di nazionalità polacca, Sylvia Adamczyk, di 47 anni (tornate in libertà) – sono state avviate nell’ottobre scorso. Secondo l’accusa i tre, promettendo false assunzioni alle Poste spacciandosi per dirigenti sindacali, avrebbero truffato sei persone – tutte originarie della provincia di Palermo – facendosi accreditare 45 mila euro. Durante il blitz i carabinieri hanno anche sequestrato falsi contratti di assunzione che riportavano addirittura la sigla sindacale “Cobas-Poste Italiane” che ha sede a Ribera in via Etna, e delle carte postepay dove venivano accreditati i soldi delle vittime.

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