Giudiziaria

“Ucciso a 17 anni a Palma di Montechiaro”, Falco Abramo condannato a 20 anni di carcere 

Antonio Morgana, ragazzo di appena 17 anni, venne ucciso con tre colpi di pistola in contrada Ciotta a Palma di Montechiaro nell’ottobre 2013

Pubblicato 17 ore fa

Venti anni di carcere per aver ucciso un diciassettenne “sospettato” di aver messo a segno un furto nella sua abitazione al mare. La Corte di assise di Agrigento, presieduta dal giudice Giuseppe Miceli, ha condannato Calogero Pietro Falco Abramo, 70 anni, di Racalmuto, per l’omicidio di Antonio Morgana, un ragazzino non ancora maggiorenne colpito mortalmente con tre colpi di pistola il 23 ottobre 2013. I pm Gaspare Bentivegna e Alessia Battaglia avevano chiesto la condanna a 28 anni di reclusione.

La Corte di assise ha altresì disposto una provvisionale immediatamente esecutiva per le parti civili costituitesi e rappresentate dagli avvocati Santo Lucia e Valentina Taibi: 50 mila euro per i genitori della vittima, 35 mila euro per gli altri familiari e 40 mila euro per un amico di Morgana che rimase ferito quella notte. Falco Abramo, difeso dall’avvocato Maurizio Buggea, era accusato di omicidio aggravato e tentato omicidio. Un delitto che per oltre dieci anni è rimasto un “cold case” fino all’incredibile svolta nelle indagini e il rinvio a giudizio dell’imputato.

A distanza di quasi 12 anni dal delitto, dunque, si chiude il primo capitolo giudiziario della vicenda. Alla base dell’agguato, secondo quanto ipotizza oggi la procura di Agrigento, ci sarebbe un piccolo furto messo a segno in un immobile di proprietà dell’imputato. L’omicidio si consuma la sera del 23 ottobre 2013 in contrada Ciotta, nelle campagne di Palma di Montechiaro. Antonio Morgana si trova in un piazzale all’interno di un’auto in compagnia di altri quattro amici: Calogero Pace, Giuseppe Palermo, Mohchine Maukan e Angelo Azzarello. Improvvisamente diversi colpi di pistola calibro 7.65 squarciano il silenzio della notte: due proiettili colpiscono mortalmente Morgana, uno invece ferisce alla gamba Pace mentre gli altri due ragazzi rimangono miracolosamente illesi. Inutile la disperata corsa verso l’ospedale San Giacomo d’Altopassi di Licata. Morgana era già morto. Le indagini sull’omicidio si sono fin da subito concentrate sul possibile movente del furto anche alla luce delle dichiarazioni di uno dei cinque giovani presenti quella notte.

Uno di loro, nonostante il buio e le condizioni avverse, fa il nome del presunto assassino agli investigatori, affermando di averlo visto. Si tratta di un 62enne di Palma di Montechiaro che, poco dopo, viene sottoposto a fermo. Una pista che però fa acqua da tutte le parti e non convince del tutto gli inquirenti. Il 62enne, infatti, viene scarcerato poco dopo anche grazie ad un alibi di ferro. La sera del delitto era a giocare a carte al centro commerciale Le Vigne insieme ad altri amici. Così le successive investigazioni hanno portato dritto a Falco Abramo, proprietario di un immobile in contrada Ciotta.

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