Violenza sessuale, perdona il marito ma il processo continua: teste conferma accuse
Sul banco degli imputati un medico agrigentino
Denuncia il marito raccontando di esser stata picchiata e costretta a fare sesso anche durante il Ramadan ma, dopo il rinvio a giudizio, decide di perdonarlo e rinunciare a chiedere i danni. Il processo, nonostante la rappacificazione tra i due, prosegue in quanto il reato di violenza sessuale è perseguibile anche senza querela della vittima.
Sul banco degli imputati siede un medico agrigentino di 66 anni, accusato di violenza sessuale, minacce, lesioni con l’aggravante di aver posto in essere condotte razziali e discriminatorie.
E ieri mattina è comparso sul banco dei testimoni un vicino di casa della coppia che ha, sostanzialmente, confermato parte delle accuse raccontando che la donna più volte avesse manifestato paure per il comportamento del marito e – addirittura – di averla accompagnata una volta in ospedale.
La vicenda ricostruita dalla procura agrigentina risale al maggio scorsoquando la giovane moglie sarebbe stata oggetto di minacce ripetute, vessazioni e umiliazioni. Anche a sfondo religioso: l’uomo avrebbe costretto la donna a rinunciare in alcuni casi alle usanze e ai riti dell’Islam e – in una occasione – avrebbe abusato di lei nonostante quest’ultima avesse espresso la volontà di non avere rapporti sessuali durante il Ramadan.