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Sequestrati oltre 16 milioni di euro a Blutec

Le indagini che hanno portato stamane al nuovo sequestro preventivo per 16 milioni di euro nei confronti della Blutec sono state svolte con l’ausilio di complessi riscontri finanziari, ispezioni, perquisizioni, di una consulenza tecnica e dell’assunzione di informazioni nei confronti di dipendenti e fornitori della societa’. Gli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza hanno consentito […]

Pubblicato 5 anni fa

Le indagini che hanno portato stamane al nuovo sequestro preventivo per 16 milioni di euro nei confronti della Blutec sono state svolte con l’ausilio di complessi riscontri finanziari, ispezioni, perquisizioni, di una consulenza tecnica e dell’assunzione di informazioni nei confronti di dipendenti e fornitori della societa’. Gli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza hanno consentito di dimostrare che almeno 16 dei 21 milioni di contribuzioni pubbliche non sarebbero mai stati impiegati per i fini progettuali previsti, ne’ restituiti a scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto. Alcune spese sono state giudicate non ammissibili, in altri casi i fondi pubblici sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di beni (ad esempio software) impiegati a beneficio di altre unita’ produttive dell’azienda fuori regione e non presso il polo industriale di Termini Imerese. A tutt’oggi, nonostante la revoca del finanziamento intervenuta ad aprile del 2018 e la precedente attivita’ di polizia giudiziaria svolta su delega della Procura di Termini Imerese, le procedure di restituzione non sono state ancora avviate. Grazie alla sinergia con Invitalia spa con cui la Guardia di Finanza collabora assiduamente in virtu’ di un protocollo d’intesa, e’ stato disposto dall’ente erogante il blocco definitivo dell’erogazione dei restanti 50 milioni di euro di fondi pubblici richiesti ma non ancora erogati.

L’odierna attivita’ di polizia giudiziaria, condotta su delega della Procura della Repubblica di Torino, ha permesso il sequestro preventivo dell’intero profitto di reato ad oggi quantificato in oltre 16 milioni di euro, costituito da disponibilita’ finanziarie della societa’ beneficiaria dei fondi pubblici malversati, nonche’ capitali, beni immobili e quote societarie nella disponibilita’ degli indagati Cosimo Di Cursi e Roberto Ginatta. 

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