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Droga e abigeato controllati da Cosa Nostra: 20 anni a Fragapane jr, assolti Mangione e Lampasona e Manzullo

Venti anni di reclusione per Francesco Fragapane, considerato vertice della famiglia mafiosa di Santa Elisabetta; Cinque anni e quattro mesi nei confronti di Giuseppe Quaranta, oggi collaboratore di giustizia al quale sono state riconosciute le attenuanti proprio per la collaborazione; sei anni a Girolamo Campione, 41 anni, di Burgio, cinque anni di reclusione a Salvatore […]

Pubblicato 5 anni fa

Venti anni di reclusione per Francesco Fragapane, considerato vertice della famiglia mafiosa di Santa Elisabetta; Cinque anni e quattro mesi nei confronti di Giuseppe Quaranta, oggi collaboratore di giustizia al quale sono state riconosciute le attenuanti proprio per la collaborazione; sei anni a Girolamo Campione, 41 anni, di Burgio, cinque anni di reclusione a Salvatore Montalbano, 25 anni di Favara; altri 20 anni a testa per Carmelo Battaglia, Concetto Giuseppe Errigo, i calabresi Giuseppe Piccolo e Vincenzo Politanò; otto anni di reclusione per Ambra Errigo mentre sono stati assolti gli agrigentini Roberto Lampasona, 41 anni di Santa Elisabetta, Roberto Mangione, 38 anni di Raffadali e  Antonino Manzullo, 52 anni, di Burgio.

Otto condanne e due assoluzioni. Il dispositivo è stato letto poco dopo le 15 dal Gup del Tribunale di Catania Ettore Cavallaro. Si chiude, dunque, il primo capitolo del processo (rito abbreviato) scaturito dall’operazione – coordinata dalla Dda di Catania – “Proelio” che ha fatto luce su un traffico di stupefacenti e abigeato controllati da Cosa Nostra e, in particolare, facendo emergere gli stretti legami tra le famiglia mafiose di Santa Elisabetta e quella di Comiso. Insieme, tra le altre cose, hanno anche instaurato una serie di contatti con esponenti calabresi per rifornirsi di stupefacenti. 

Condannato anche l’attuale collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta: subito dopo l’arresto avvenuto nell’ambito dell’operazione Montagna l’ormai ex referente della famiglia Fragapane ha beneficiato di tutte le attenuanti che discendono dalla collaborazione. Riconosciuto  parzialmente partecipe all’associazione mafiosa seppur lui abbia sempre rinnegato questa circostanza. 

Il sostituto procuratore della DDA di Catania  Valentina Sincero aveva chiesto la condanna ad 8 anni e 4 mesi nei confronti di Roberto Lampasona e Antonino Mangione (difesi dagli avvocati Nino ed Enza Gaziano); la pena più alta era stata invece chiesta nei confronti di Fragapane (20 anni e 6 mesi, difeso dagli avvocati Barba e La Carrubba). Per Quaranta (difeso dall’avvocato Gloria Lupo),invece, la richiesta di condanna è stata di 4 anni e 2 mesi.

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