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Favara: “Attività al servizio di Cosa Nostra”, chiesta sorveglianza speciale e confisca beni per Scariano

Il pubblico ministero Ferdinando Lo Cascio ha chiesto, al termine dell’udienza davanti la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento presieduta da Angela Wilma Mazzara – a latere i giudici Antonio Genna e Giuseppe Miceli – la confisca dei beni per un valore di 3 milioni di euro e la sorveglianza speciale di ps […]

Pubblicato 5 anni fa

Il pubblico ministero Ferdinando Lo Cascio ha chiesto, al termine dell’udienza davanti la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento presieduta da Angela Wilma Mazzara – a latere i giudici Antonio Genna e Giuseppe Miceli – la confisca dei beni per un valore di 3 milioni di euro e la sorveglianza speciale di ps per la durata di quattro anni nei confronti di Giuseppe Scariano, 67 anni, originario di Favara. 

L’imprenditore favarese è stato raggiunto nell’estate scorsa dal provvedimento di sequestro beni emesso dal Tribunale – su proposta della Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento guidata da Roberto Cilona – per un valore di 3 milioni di euro: si tratta di 14 fabbricati, 25 terreni, quota parte di ulteriori 26 terreni, 3 società di capitale e relativi compendi aziendali, 1 quota societaria di un consorzio e 1 rapporto finanziario.

Secondo l’accusa emergerebbe chiaramente come le sue attività imprenditoriali, intestate in alcuni casi a soggetti terzi, ma comunque a lui riconducibili, siano risultate asservite agli interessi di quella consorteria mafiosa.

La Direzione Investigativa Antimafia di Agrigento, guidata dal vice questore aggiunto Roberto Cilona,  con provvedimento emesso dal Tribunale su proposta del Direttore della Dia ha sequestrato beni per 3 milioni di euro all’imprenditore Giuseppe Scariano, 66enne, originario di Favara. 

Scariano (padre ucciso dalla mafia il 20 settembre 1982) era finito sotto inchiesta qualche anno fa perché coinvolto, attraverso una sua società (intestata a prestanome) la Gest quarry, nelle intricate vicende legate alla realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle.

Questa mattina hanno discusso gli avvocati della difesa: si tratta di Giuseppe Barba, nell’interesse dei terzi intervenienti Sgarito, Angela Porcello ed Enrico Quattrocchi.

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