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“Gravi condizioni di salute”: mandante omicidio Livatino chiede differimento della pena

Parla, 72 anni, sta scontando la condanna all'ergastolo

Pubblicato 3 anni fa

E’ attesa in questi giorni la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Reggio Emiliasulla richiesta di differimento o sospensione dell’esecuzione della pena nei confronti di Salvatore Parla, 72 anni di Canicattì, condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Rosario Livatino, avvenuto il 21 settembre 1990.

Parla, esponente della Stidda, si trova attualmente recluso nel carcere di Parma. L’istanza avanzata dalla difesa rappresentata dall’avvocato Angela Porcello descrive uno stato di salute del canicattinese gravemente compromesso con diverse patologie che, nel corso degli anni, lo hanno costretto su una sedia a rotelle.

“Le condizioni di salute del Parla sono sempre più peggiorate nelle attuali – si legge nell’istanza – per l’ inadeguatezza ambientale e sanitaria ed in assenza di adeguati provvedimenti terapeutici, in uno scenario fisico e psicologico che si dipinge a netti tratti come nefasto. Condizioni di grave infermità fisica e psichica da inquadrare in uno scenario a “tratti nefasto”. Sono queste le motivazioni alla base della richiesta di differimento della pena avanzata. A questo si aggiunge anche la “ingestibilità dal punto di vista sanitario di qualunque focolaio d’ infezione, il rischio epidemiologico è altissimo, stante l’assenza di misure e di presidi sanitari per contrastarlo, in presenza  degli ambienti collettivi ristretti in cui vivono i detenuti, con un altissimo rischio di diffusione, nella impossibilità, anche, di mantenere la prescritta distanza di un metro tra un soggetto detenuto e un altro”. 

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