Apertura

I contrasti tra Cosa Nostra canicattinese e la Stidda di Palma di Montechiaro

"Noi dobbiamo campare'... dice... 'non e' meglio la pace per tutti?"

Pubblicato 3 anni fa

Un nuovo dualismo era all’orizzonte tra Cosa nostra e Stidda in provincia di Agrigento: ne sono convinti i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo, che con i carabinieri del Ros hanno fatto scattare il blitz ‘Xydi’. “Le due associazioni mafiose, storiche rivali e protagoniste di una notoria e sanguinosa faida tra la meta’ degli anni ’80 e quella degli anni ’90, si trovano tuttora sul piede di guerra”, scrivono i pm nel fermo. Le microspie del Ros avevano infatti intercettato un dialogo tra Giancarlo Buggea e Luigi Boncori, due dei fermati.

Il primo, riportando il contenuto di un precedente incontro, aggiungeva che numerosi componenti della Stidda, dopo avere scontato lunghi periodi di detenzione, “avevano reclamato una fetta del lucroso affare delle ‘sensalie’ – ricostruiscono i magistrati – minacciando una vera e propria guerra qualora cio’ gli fosse stato negato”. Nel corso del summit Buggea ricorda che “si sono fatti 30 anni questi, e sono usciti dopo 30 anni, dice: ‘noi dobbiamo campare’… dice… ‘non e’ meglio la pace per tutti?'”. Tra gli stiddari individuati c’e’ Antonio Gallea, tornato in semiliberta’ dopo 25 anni scontati perche’ riconosciuto mandante dell’omicidio del giudice Rosario Livatino. “Si erano nuovamente coalizzati – scrivono i pm – e reclamavano il loro spazio sul territorio, mostrandosi pronti a lottare per ottenere cio’ che ritenevano spettasse loro”. Nel corso del dialogo Boncori ricorda inoltre che uno degli stiddari (Chiazza) aveva schiaffeggiato un sensale in relazione a una compravendita di uva del valore di 400mila euro: “Cosi’ manda a tutti in galera lui, lo sai tu?”, sono le parole di Boncori. (Sac/Dire)

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