Mafia

Il boss Falsone intercettato in carcere spiega il controllo di Cosa Nostra sul territorio

La mafia, come il carciofo. O come la pianta di vite. Un vero e proprio trattato di “antologia mafiosa” pronunciato dal boss di Agrigento, Giuseppe Falsone mentre e’ a colloquio con la sua legale, Angela Porcello – tra i fermati nel blitz di oggi – mentre si trova detenuto al 41 bis nel carcere di […]

Pubblicato 3 anni fa

La mafia, come il carciofo. O come la pianta di vite. Un vero e proprio trattato di “antologia mafiosa” pronunciato dal boss di Agrigento, Giuseppe Falsone mentre e’ a colloquio con la sua legale, Angela Porcello – tra i fermati nel blitz di oggi – mentre si trova detenuto al 41 bis nel carcere di Novara. Il Ros dei Carabinieri e la Dda di Palermo hanno ascoltato in diretta le parole del capo agrigentino che, nonostante sia recluso al carcere duro mantiene la sua autorita’ e le sue convinzioni. E per farlo utilizza l’analogia con il carciofo. E’ il 10 aprile 2019 e’ l’avvocatessa ha un colloquio telefonico con il suo assistito, il boss Falsone, recluso al 41 bis nel carcere di Novara. Porcello si trova nel sito allestito nel penitenziario di Agrigento. Scrivono i pm nel fermo: “Dimostrando come il lungo periodo trascorso al 41 bis non ne avesse in alcun modo scalfito le capacita’ di comando, l’ergastolano, vestiva appieno i panni del carismatico capo provincia formatosi sotto l’ala protettrice di Bernardo Provenzano – espressione della piu’ radicale e spietata ortodossia di cosa nostra – ed impartiva vere e proprie direttive mediante un sapiente e mirato simbolismo che solo all’apparenza ne mascherava i tragici propositi, ma che in realta’ conteneva un significato carico di potere evocativo, da Angela Porcello colto senza tentennamenti”. 

“Avvocatessa – sosteneva il boss Falsone – la Sicilia e’ una terra desolata, e’ una terra di miseria, mentre una volta un pochettino anche se c’era la misera c’era ora che si formeranno tutte situazioni di piccolo banditismo che sara’ micidiale.. Lei ce l’ha presente il carciofo? Come si coltiva il carciofo? Quando c’e’… quando da una zappata e tira il carciofo e non c’e’ piu’ il carciofo, cosa sparano sotto? Sparano i ‘carduna’ ogni carciofo si vede che fa 20 carduna, e cosi’ e’ la cosa quando non c’e’ un buon senso, diciamo, e ragionevolezza, ognuno poi ragiona a conto suo, questo e’ il quando non c’e’ punto di riferimento… la societa’ da noi e’ una societa’ difficile, c’e’ da scappare dalla Sicilia, io non lo so come la gente resiste”. Angela Porcello condivide e dice: “Ha ragione, questa del carciofo ora la utilizzo io…”. Il boss insiste sul ruolo di controllo del territorio da parte di Cosa nostra: “Si innesta la vite? E cresce qualche cosa di mansueto che porta al frutto, no? Quando si da’ una zappata e si tira la vite mansueta, che cosa sparano? Barbatelle… diecimila fusti… o si indirizza una societa’ verso… o se no ognuno va per conto suo e non si capisce piu’ niente, no? Ci vuole un minimo di organizzazione sociale, no? Chi la deve fare? Chi la deve fare? Chi se la deve prendere questa briga di un’organizzazione sociale? Lo Stato dov’e’? Ci vuole educazione, ci vuole persuasione, ci vogliono mediatori sociali… ma che glieli dobbiamo risolvere noialtri il problema allo Stato? A noi ci hanno macellato, perche’ poi vero e’ che ci sono state le cose brutte, ma ci sono state le cose a favore della societa’, no? E’ un insieme di cose, no? Non e’ che si puo’ prendere il bello… solo il bello? Anche il brutto! E’ cosi’, la vita e’ complessa, le situazioni sono complesse, non e’ che niente di facile?!”. 

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