Mafia

Inchiesta Condor, l’estorsione all’impresa edile di Favara: “Gli devi fare il contratto”

Tra i tanti episodi contestati nell’ambito dell’inchiesta Condor vi è anche una estorsione aggravata ai danni di una ditta edile di Favara

Pubblicato 1 anno fa

Una “messa a posto” mediante l’assunzione fittizia di uno degli indagati come operaio in vista dell’apertura di un cantiere per la ristrutturazione degli alloggi popolari a Ravanusa. Tra i tanti episodi contestati nell’ambito dell’inchiesta Condor, che ha portato ieri mattina all’arresto di nove persone, vi è anche una estorsione aggravata ai danni di una ditta edile di Favara.

La Direzione Distrettuale Antimafia, con il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Alessia Sinatra e Claudio Camilleri, la contesta in particolare a Giuseppe Sicilia, ritenuto il capo della locale famiglia mafiosa, e al cognato Domenico Lombardo, ritenuto membro della cosca. E, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, sarà proprio con l’assunzione di quest’ultimo (avvenuta nell’estate 2020) a consumarsi il delitto.

La vicenda risale al febbraio 2020 quando Sicilia avvicina uno dei titolari della ditta in un bar avanzando la richiesta. Un secondo contatto avviene poco dopo, in prossimità dell’avvio dei lavori: “Ho sentito che devi cominciare.. ma non penso che non mantieni quello di cui abbiamo parlato..”. Rassicurazioni che arrivano: “La prossima settimana dobbiamo fare il contratto”. E, come accertato dagli inquirenti, l’assunzione avviene nel giugno 2020. Qualche mese prima, intercettazioni e pedinamenti, svelano anche un incontro tra Sicilia e Luigi Boncori, capo della famiglia mafiosa di Ravanusa, paese dopo effettivamente si svolgeranno i lavori.

L’ipotesi accusatoria è stata accolta pienamente dal gip Filippo Serio che ha firmato l’ordinanza: “Sussistono gravi indizi di colpevolezza perché gli indagati hanno costretto ad assumere Domenico Lombardo anche se di fatto questi era sprovvisto di qualifica e di esperienza e dopo l’assunzione non ha svolto alcuna attività lavorativa [..] Gli indagati hanno manifestato minacce implica e hanno esercitato un chiaro effetto intimidatorio nei confronti della vittima che si è mostrato consapevole della posizione rivestita da Sicilia all’interno della consorteria mafiosa”.

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