Mafia

Mafia, 39 anni fa l’omicidio del giudice Rocco Chinnici

Ha contribuito a cambiare non soltanto la cultura giudiziaria ma anche il corso della storia della nostra terra

Pubblicato 2 anni fa

 Verrà commemorato oggi a Palermo il giudice Rocco Chinnici, il capo dell’ufficio Istruzione del tribunale di Palermo, ucciso il 29 luglio del 1983 sotto la sua abitazione da Cosa nostra. Con lui morirono anche due carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui il giudice abitava.

Alle ore 9 è prevista la deposizione di corone di fiori nel luogo della strage, alle 9.30 nella chiesa di Santa Maria Maddalena, all’interno della caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa, ci sarà la messa in ricordo delle vittime della strage. Alle 10.30 nell’aula magna della Corte d’Appello in piazza Vittorio Emanuele Orlando ci sarà il seminario intitolato ”I programmi di finanziamento europei, tra semplificazione amministrativa e rischi di infiltrazione della criminalità”. Alle 18 a Misilmeri, in piazza Rocco Chinnici, e alle ore 19 a Partanna, in piazza Umberto I, saranno deposte corone di fiori.

“Rocco Chinnici è stato un magistrato moderno e visionario che ha segnato un percorso importante d’impegno che viene riconosciuto oggi anche a livello europeo. Ha contribuito a cambiare non soltanto la cultura giudiziaria ma anche il corso della storia della nostra terra e del nostro paese. Mio padre è stato molto presente nella vita di noi figli. Quando eravamo piccoli era molto amorevole era una presenza rassicurante mai invadente, c’era con la sua autorevolezza che non vuol dire autorità. Questo essere sempre al nostro fianco ci ha fatto crescere sereni, sapevamo che c’era c’è stato sempre e direi che continua a esserci”. Lo ha detto il magistrato e europarlamentare Pd Caterina Chinnici, dopo la cerimonia che ha ricordato in via Pipitone Federico l’ anniversario della strage del 29 luglio 1983 in cui furono uccisi suo padre, il giudice Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio istruzione del tribunale di Palermo ideatore del pool antimafia, due carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui il magistrato abitava.

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