Mafia

Mafia, Angela Porcello: “Temo per la mia vita e quella dei miei familiari”

Depositata dal Pm una lettera manoscritta

Pubblicato 2 anni fa

“Paura, timore e angoscia per mia figlia, il mio ex marito, mia madre e pure il mio avvocato per le dichiarazioni di Giancarlo Buggea di istigazione nei miei confronti”: l’ex avvocato Angela Porcello, in carcere da un anno e mezzo nell’ambito dell’operazione Xydi, che ha disarticolato il nuovo mandamento mafioso di Canicattì facendo emergere i forti legami con i vertici della cupola siciliana, torna a parlare.

Anzi a scrivere in verità.

Con una lettera datata 22 luglio 2022 (chiedendo massima riservatezza) indirizzata al suo legale, avv. Giuseppe Scozzari e al procuratore aggiunto della Dda, coordinatore del pool di pubblici ministeri che si occupa della mafia agrigentina.

Stralcio lettera Porcello

E’ la terza esternazione dell’avv. Porcello, forse la più efficace da quando dal febbraio 2021 si trova rinchiusa in carcere.

Angela Porcello, cancellata dall’Ordine degli avvocati dopo l’arresto con l’accusa di essere la “consigliori” e cassiera del clan, strumentalizzando la sua figura di avvocato, dopo la bocciatura dell’inserimento nel programma di protezione per la scarsa consistenza delle sue rivelazioni, torna all’attacco e ha annunciato di essere nelle condizioni di fare nuove rivelazioni su omicidi, traffici illeciti e gestione di latitanti (“nella casa baronale sita nei terreni da lui gestiti”) ovvero la ricerca e individuazione dei luoghi di dimora di un collaboratore di giustizia” .

Oggi, davanti al Gup del Tribunale di Palermo, Paolo Magro che sta celebrando il processo con il rito abbreviato (venti imputati), assente Angela Porcello (“Non vengo alle udienze per non incrociare lo sguardo di Buggea”) il pubblico ministero Clauidio Camilleri ha comunicato al giudice di avere ricevuto la missiva di tre pagine e ha chiesto ed ottenuto di depositarla agli atti.

La lettera, scritta a stampatello, con cui chiede ai pm della Dda di Palermo di proteggere lei e i suoi familiari dal momento del deposito è divenuta patrimonio di tutti.

Le ragioni dell’invio della missiva sono da ricercare nell’atteggiamento di Giancarlo Buggea (afferma la Porcello: vive secondo il motto: “O con me o contro di me” ed è capace di “ordinare un’aggressione ai danni di un associato perchè lo aveva offeso”), l’imprenditore mafioso a capo della cosca, suo ex compagno, con cui avrebbe condiviso anni di gestione delle dinamiche mafiose, avrebbe lanciato, alla precedente udienza, rendendo dichiarazioni spontanee, “messaggi di istigazione ai suoi danni”.

Il processo con tiro ordinario, invece, riprenderà domani davanti al Tribunale di Agrigento ed ha tra gli imputati eccellenti il boss di Campobello di Licata, Peppe Falsone.

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