Mafia

Mafia, il gip: “La cattura di Messina Denaro riscatta incredibile flop di anni di ricerche”

Lo scrive il gip di Palermo, Alfredo Montalto, nell'ordinanza che ha disposto l'arresto a Campobello di Mazara dei coniugi Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri

Pubblicato 1 anno fa

La cattura il 16 gennaio 2023, di Messina Denaro Matteo, rimasto latitante per quasi un trentennio, e’ avvenuta “all’esito di una brillante operazione di polizia che finalmente riscatta l’incredibile flop di anni e anni di ricerche in quella ristretta cerchia territoriale”.

, indicati quali favoreggiatori della latitanza del capomafia di Castelvetrano. Una cerchia “costantemente setacciata e controllata con sofisticati sistemi di intercettazioni e di videosorveglianza di luoghi strategici, che, tuttavia, come oggi si e’ scoperto, non hanno impedito che il piu’ ricercato latitante del mondo potesse condurre, in quegli stessi luoghi e per molti anni (almeno sette), una “normale” esistenza senza neppure nascondersi troppo, ma anzi palesando a tutti il suo viso riconoscibile (per i tantissimi che lo avevano conosciuto personalmente), nonche’, a tanti, persino la sua identita’ e addirittura affidando la tutela della sua latitanza, come pure oggi sappiamo, al nucleo familiare dei Bonafede di Campobello di Mazara”.

Un nucleo familiare “facente capo a quel Leonardo Bonafede (soltanto recentemente deceduto) da lunghissimo tempo ben noto alle forze dell’ordine, non solo come reggente della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, proprio per la sua trascorsa frequentazione e amicizia (anche per ragioni di solidarieta’ criminale) con il padre di Matteo Messina Denaro, Francesco Messina Denaro, cui era affidata, la tutela della latitanza del medesimo Matteo Messina Denaro al fine di consentirgli di svolgere appieno il ruolo di capo indiscusso di Cosa nostra nella provincia di Trapani”.

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