Mafia

Mafia nell’agrigentino: la Stidda voleva uccidere imprenditore che non pagava

Sventato il progetto di omicidio organizzato dalla Stidda ai danni di un mediatore e un imprenditore

Pubblicato 3 anni fa

Significative e pressanti le infiltrazioni di Cosa nostra e della Stidda nelle attivita’ economiche. A confermarlo l’operazione antimafia del Ros. Grande rilievo assume il controllo e lo sfruttamento del lucrosissimo settore commerciale delle transazioni per la vendita di uva e di altri prodotti ortofrutticoli della provincia di Agrigento che, oltre a garantire rilevantissime entrate nelle casse delle organizzazioni, permetteva di consolidare il gia’ rilevante controllo del territorio. E’ stato calcolato che la gestione delle mediazione commerciali fruttava il 3% sulle transazione, molti milioni di euro.

Un affare gestito da un triumvirato costituito da tre dei fermati di oggi: Giancarlo Buggea, rappresentante del capomafia agrigentino Giuseppe Falsone e compagno dell’avvocata fermata, Angela Porcello, Giuseppe Giuliana e Luigi Boncori, capo della famiglia di Ravanusa, su mandato di Calogero Di Caro, capo del mandamento. In tale quadro, e’ stato pure sventato un progetto di un omicidio organizzato dagli esponenti della Stidda ai danni di un mediatore e di un imprenditore che non avevano corrisposto – a titolo estorsivo – parte dei guadagni realizzati con le loro attivita’.

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