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Mafia, No alla confisca beni al favarese Angelo Di Giovanni

La seconda sezione del Tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara, con a latere i giudici Manfredi Coffari e Micaela Raimondo, ha rigettato la richiesta avanzata dalla procura di Palermo di confisca beni nei confronti del favarese Angelo Di Giovanni, 47 anni, arrestato e condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione nel […]

Pubblicato 5 anni fa

La seconda sezione del Tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara, con a latere i giudici Manfredi Coffari e Micaela Raimondo, ha rigettato la richiesta avanzata dalla procura di Palermo di confisca beni nei confronti del favarese Angelo Di Giovanni, 47 anni, arrestato e condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione nel maxi processo alla mafia agrigentina scaturito dall’operazione Montagna. 

Gli inquirenti, basatosi su un rapporto della Guardia di Finanza di Agrigento, avevano messo sotto la lente di ingrandimento un rapporto bancario, un terreno con annessa costruzione in una zona rurale di Favara ed un’automobile considerati frutto di guadagni illeciti. 

Le contestazioni mosse dagli inquirenti che contestano il reimpiego di soldi frutto di proventi illeciti risalgono al 2001. Per i giudici agrigentini, invece, è propri il fattore temporale a “scagionare” Di Giovanni in quanto i beni contestati sono tutti stati acquistati molto tempo dopo. 

Angelo Di Giovanni è considerato dagli inquirenti e dai collaboratori di giustizia un esponente di spicco della famiglia mafiosa di Favara. Nel processo Montagna è stato condannato alla pena di 10 anni e 8 mesi insieme al cognato Luigi Pullara. Di Giovanni è difeso dall’avvocato Giuseppe Barba. 

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