Mafia

Mafia, omicidio Gaetano Falcone: ergastolo al boss di Campofranco Mimì Vaccaro

Lui, fedelissimo di Binnu Provenzano, aveva collegamenti con le "famiglie" di Cosa nostra di Caltanissetta e Agrigento

Pubblicato 1 anno fa

La Corte d’Assise di Caltanissetta ha condannato all’ergastolo il boss di Campofranco Domenico “Mimi'” Vaccaro, 68 anni, accusato essere stato il mandante dell’omicidio di Gaetano Falcone, eliminato a Montedoro il 13 giugno del 1998. La Corte, presieduta da Roberta Serio, ha accolto la richiesta avanzata dalla procura. Per ricostruire l’omicidio di Gaetano Falcone, ci sono voluti ventiquattro anni e le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Carrubba, che nel 2011 ha iniziato a raccontare la sua verita’ sulla famiglia di Campofranco.

Lui, fedelissimo di Binnu Provenzano, aveva collegamenti con le “famiglie” di Cosa nostra di Caltanissetta e Agrigento. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del comando provinciale, l’imputato, con l’eliminazione di Gaetano Falcone avrebbe vendicato la morte del fratello Lorenzo e di Calogero Francesco Carrubba, fratello del collaboratore Maurizio, avvenuto nel 1998 a Catania. Facendo fuori Falcone, il boss Vaccaro avrebbe voluto prevenire il suo omicidio progettato da una frangia di Cosa Nostra contrapposta alla sua.

Assolto invece il 53enne di Milena, Carmelo Sorce, difeso dagli avvocati Danilo Tipo e Daina Meli. Anche per lui il pm Maurizio Bonaccorso, aveva chiesto l’ergastolo. Era accusato di aver ucciso il ventisettenne Salvatore Randazzo, figlio di colui che e’ stato poi indicato come il capomafia di Milena, Francesco Randazzo. 

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