Giudiziaria

Mafia, processo Montagna: discusse le posizioni di Giambrone e Maniscalco

Nuova udienza, dedicata ancora alle arringhe degli avvocati difensori, nell’ambito del processo (rito abbreviato) scaturito dall’operazione antimafia Montagna che, nel gennaio 2018, ha disarticolato le famiglie del mandamento (da qui il nome del blitz) della Montagna. Davanti il gup del Tribunale di Palermo Marco Gaeta sono state discusse le posizioni di Domenico Maniscalco e Angelo […]

Pubblicato 5 anni fa

Nuova udienza, dedicata ancora alle arringhe degli avvocati difensori, nell’ambito del processo (rito abbreviato) scaturito dall’operazione antimafia Montagna che, nel gennaio 2018, ha disarticolato le famiglie del mandamento (da qui il nome del blitz) della Montagna. Davanti il gup del Tribunale di Palermo Marco Gaeta sono state discusse le posizioni di Domenico Maniscalco e Angelo Giambrone.

Per il primo, 53 anni di Sciacca ritenuto braccio destro dello storico boss Salvatore Di Gangi, ha discusso l’avvocato Barone che ha sottolineato come la posizione dell’assistito sia già stata definita – nel dicembre scorso – dalla Cassazione che ha annullato la misura cautelare di custodia in carcere per la mancanza di gravi indizi di colpevolezza. 

La posizione di Angelo Giambrone, figlio di Calogerino (accusato di essere uno dei triunviri che reggeva la famiglia mafiosa di Cammarata, deceduto negli scorsi mesi in carcere), è stata trattata dall’avvocato Giovanni Castronovo. La difesa ha fornito una ricostruzione diversa rispetto all’impianto accusatorio che vede Giambrone jr. inserito a tutti gli effetti in Cosa Nostra sostenendo che – invece –  fosse solamente il figlio del capomafia e, in quanto tale, raccogliesse le confidenze del padre.

Si torna in aula l’11 marzo. 

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