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Mafia, processo Montagna: la lente di ingrandimento su San Biagio Platani

Riprende il processo che si celebra davanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato con a latere i giudici Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino, scaturito dalla maxi operazione antimafia “Montagna” scattata la notte del 22 gennaio 2017 e condotto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento.  Sul banco degli imputati, […]

Pubblicato 5 anni fa

Riprende il processo che si celebra davanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato con a latere i giudici Alessandro Quattrocchi e Giuseppa Zampino, scaturito dalla maxi operazione antimafia “Montagna” scattata la notte del 22 gennaio 2017 e condotto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Agrigento. 

Sul banco degli imputati, nel troncone che si celebra con rito ordinario (altri 58 imputati hanno scelta la via dell’abbreviato che si celebra davanti il gup del Tribunale di Palermo Marco Gaeta): l’ex sindaco di San Biagio Platani Santo Sabella,difeso dagli avvocati Mormino e Gaziano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa; Giuseppe Scavetto, 50 anni di Casteltermini, difeso dall’avvocato Carmelinda Danile; e dei favaresi Antonio Scorsone, 54 anni, Domenico Lombardo( difeso dagli avvocati Giuseppe Barba eAngela Porcello), 27 anni, Calogero Principato, 28 anni, e Salvatore Montalbano, 27 anni, difeso dall’avvocato Daniela Posante. 

Questa mattina è proseguito l’escussione di uno dei testi principali del processo, un luogotenente dei carabinieri di Agrigento che ha svolto un ruolo delicato e fondamentale nell’ambito delle indagini che hanno portato poi alla maxi retata. E’ stata un’udienza particolarmente lunga che si è protratta anche nel pomeriggio. Il luogotenente, rispondendo alle domande del pubblico ministero della Dda di Palermo Alessia Sinatra, ha ricostruito le indagini sulla famiglia mafiosa di San Biagio Platani, guidata secondo gli inquirenti dall’incensurato Giuseppe Nugara, e dei rapporti che quest’ultimo avrebbe avuto con il sindaco Santo Sabella. Il racconto delle indagini è proseguito anche “toccando” il tema delle estorsioni (tentate e consumate) e del modus operandi delle cosche. 

Intanto il Tribunale ha affidato, affiancando il già nominato perito Fontana, l’incarico al perito Santo Bonsignore. Le difese hanno formalizzato la nomina dei consulenti di parte che sono il dott. Matteo Terzo e la d.ssa Rita Schifano. Si torna in aula il 18 aprile. 

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