Mafia

Mafia, procuratore De Lucia: “Cosa nostra è tornata su droga e appalti”

Così, al Corriere della Sera, il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia

Pubblicato 11 mesi fa

 L’anniversario della strage di Capaci quest’anno “è una ricorrenza diversa, proprio perché oggi tutti i colpevoli accertati delle bombe del ’92 e del ’93 sono in carcere o deceduti. Dopo la cattura di Matteo Messina Denaro lo Stato ha finalmente un debito in meno da pagare con i propri martiri”. Così, al Corriere della Sera, il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia.

“Molto resta da fare – aggiunge – per chiarire le zone d’ombra. Chi ha indicato i luoghi delle stragi del 1993, o le vere ragioni dell’accelerazione su Borsellino”. Interventi esterni a Cosa Nostra “sono ipotesi – risponde – Di certo Cosa nostra è anche un insieme di intelligenze che nel tempo li hanno aiutati, e dunque non è irragionevole pensare ad altri soggetti che hanno svolto un ruolo di consulenza”. “Matteo Messina Denaro – dice ancora il magistrato – rappresenta il passato stragista, ma aveva già avviato la nuova fase degli affari e dei traffici necessari a fare impresa. Ora che è uscito di scena quell’indirizzo resta. Tornare a occuparsi di traffico di stupefacenti e di appalti” sui quali “c’è la grande occasione del Pnrr che si cerca di sfruttare con imprese mafiose e attraverso i subappalti”.

Rispetto alle indagini attorno a Messina Denaro “bisogna distinguere tra chi l’ha aiutato e chi s’è solo girato dall’altra parte”. Ma, distingue, “nella borghesia mafiosa rientra non solo chi conosce i mafiosi, ma pure chi con loro cerca un dialogo e fa favori per averne altri”, e “questa è una realtà che ha anche aspetti penali, reato di concorso esterno in associazione mafiosa”.

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