Mafia

Recovery Fund, ministro Provenzano: “Piano contro le mafie”

“La nuova stagione di investimenti per la ripresa e la resilienza dell’Italia, tra le molte missioni che si pone, dovrebbe assumere questo obiettivo chiaro, e dichiararlo: stroncare sul nascere il ritorno di un protagonismo delle organizzazioni criminali“. “Ora serve un salto di qualita’ generale. Insieme al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e’ urgente un […]

Pubblicato 3 anni fa

La nuova stagione di investimenti per la ripresa e la resilienza dell’Italia, tra le molte missioni che si pone, dovrebbe assumere questo obiettivo chiaro, e dichiararlo: stroncare sul nascere il ritorno di un protagonismo delle organizzazioni criminali“. “Ora serve un salto di qualita’ generale. Insieme al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e’ urgente un piano nazionale contro le mafie, che definisca obiettivi condivisi per tutte le amministrazioni dello Stato, con un programma chiaro che identifichi le priorita’ e i risultati”.

L’auspicio, a 20 anni dalla firma a Palermo della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalita’ organizzata transnazionale,ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano. A ispirare i lavori, di quella Convenzione, ricorda Provenzano nel suo blog sull”Huffington post,”furono le straordinarie intuizioni” di Giovanni Falcone”. E il ricordo “deve portarci ad affrontare le sfide del presente”. Nelle crisi “le mafie provano a occupare spazi lasciati vuoti”.Le misure anticrisi di questi mesi “hanno fatto da argine”, ma “la sfida e’ ora uscire dalla crisi con uno sviluppo e un’innovazione che si coniughino con i diritti, con la giustizia sociale e, dunque, con la legalita’ costituzionale“.

A istituzioni permeabili bisogna opporre istituzioni trasparenti, forti perche’ veloci nel rispondere ai bisogni dei cittadini”. E per realizzare “tutti gli investimenti pubblici che potremmo attivare nei prossimi anni abbiamo bisogno di ‘rigenerare’ la pubblica amministrazione”. “Un percorso di semplificazione fondato su centrali di committenza unificate, standardizzazione e digitalizzazione delle procedure e dei bandi puo’ metterci al riparo dalle infiltrazioni mafiose e al tempo stesso accelerare gli investimenti”, scrive ancora il ministro. Tuttavia “le istituzioni da sole non bastano, le politiche pubbliche devono poggiare sempre piu’ sulla partecipazione. Nelle politiche di coesione lo stiamo facendo, e’ la cittadinanza attiva il vero argine alla penetrazione mafiosa”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *