Naro

“Avanti piano”, Naro dice addio a Don Giorgio (video)

All'interno del Santuario dedicato al Patrono di Naro circa venti sacerdoti e il Vescovo di Agrigento Mons. Alessandro Damiano che ha presieduto la celebrazione

Pubblicato 5 mesi fa



Sono stati celebrati questa mattina i funerali solenni di Don Giorgio Simion, che l’altro ieri si è spento all’interno della Casa San Calogero di Naro. All’interno del Santuario dedicato al Patrono di Naro circa venti sacerdoti e il Vescovo di Agrigento Mons. Alessandro Damiano che ha presieduto la celebrazione.

A raccontare la sua vita e il suo servizio a Naro sono stati i componenti del Comitato Amici di San Calogero: “È tornato alla Casa del Signore alla veneranda età di 89 anni Pier Giorgio Simion, per tutti don Giorgio. Nato a Venezia e venuto a Naro nel 1955, quando aveva 21 anni ed era ancora uno studente liceale. Da allora non è più andato via, tranne per due brevi momenti della sua vita, quando -al termine degli studi liceali- si è trasferito per gli studi teologici e quando -per qualche anno- è stato inviato a svolgere il suo ministero a Milano. Da allora la sua vita si è svolta qui, accanto agli ex allievi dell’Istituto, agli anziani della casa, ai giovani di Naro ed a San Calogero che ha tanto amato. È stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1963 ed ha svolto il suo servizio sacerdotale da vero Guanelliano “servo buono e fedele”. Si può sicuramente affermare che ha rappresentato l’opera Don Guanella a Naro essendo stato invitato qui pochi anni dopo il loro arrivo, che avvenne il 7 ottobre 1947, su forte insistenza di Suor Gabriella Naselli Madre Superiora “dell’Istituto Immacolata Concezione”, che non sapeva come far fronte al crescente numero di orfani maschi. La madre superiora si rivolse a tante comunità, anche suggerite del Vescovo, che rifiutarono. Lo stesso Mons. Peruzzo invitò i servi della Carità di Don Guanella, che aveva conosciuto direttamente in gioventù e con i quali aveva stretto e mantenuto rapporti amichevoli e questi, dopo qualche perplessità, accettarono. L’istituto allora e la casa San Calogero oggi, con “I parrini di San Calò”, sono sempre stati un importante punto di riferimento per Naro ed i naresi e don Giorgio lo è stato per eccellenza. Quando la domenica si andava a Messa in Santuario al termine era quasi un rito scendere nella Cripta per pregare San Calogero e passare dalla sacrestia per salutare don Giorgio che accoglieva tutti con un abbraccio ed un sorriso. Don Giorgio ha sempre portato avanti i suoi incarichi con umiltà e semplicità, riuscendo anche ad essere un precursore dei tempi. Le sue iniziative sono state sempre all’avanguardia, è stato una vera guida ed una attrazione per i giovani di diverse generazioni, sia del Collegio che del paese; tutti pronti a collaborare con lui per realizzare le più svariate attività. Come non ricordare la realizzazione del presepe meccanico, che per anni è stato una vera attrazione per i naresi e non solo. Si formavano lunghe file per accedere nella cripta di Santa Lucia, dove veniva allestito, ed era necessario creare le corsie di entrata e di uscita e convincere i bambini a non sostare oltre il tempo stabilito perché erano affascinati da quel presepe. Ed ancora, quando negli anni ’60 portò a Naro la prima radio libera della Sicilia con la frequenza in “FM”; tutti gli allora giovani naresi facevamo a gara per potere gestire una rubrica. E quando negli anni 2000 ha portato a Naro il primo Grest gestito dai giovani dell’M2G che da allora, nelle parrocchie e non, è diventato un appuntamento imperdibile dell’estate per moltissimi bambini, ragazzi, adolescenti e giovani. Tante altre sono state le sue iniziative che non stiamo qui ad elencare, ma che hanno attratto i naresi verso il Santuario. Certamente possedeva un carattere libero e fantasioso, a volte pronto a borbottare quando non condivideva qualcosa, ma subito pronto a chiedere scusa per essersi lamentato. Don Giorgio era un prete innamorato del prossimo, specie dei più deboli che ha sempre seguito e curato, un esempio per tutti è il suo interessamento e smisurato amore per Cocò, che adesso ha lasciato a noi in eredità. Pur avendo mantenuto il suo accento veneto era per tutti diventato un narese e per questo il 19 dicembre del 2019 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria. Che dire poi del suo attaccamento a San Calogero. Durante il periodo della festa lui era instancabile, doveva prendere parte a tutti i preparativi e teneva sotto stretta custodia le tre cose di San Calogero per lui più preziose, la reliquia, il bastone e la cassetta d’argento, che portava in sacrestia solo qualche attimo prima del rito dell’apertura dell’Arca del Santo, quando si dà il via ai festeggiamenti.Il 18 giugno poi, alle ore 11 in punto, lui era lì, sulla “Vara dei Miracoli” per i naresi a “Straula”, a guidare i devoti nel tiro delle corde. E al grido di VIVA DIU E SAN CALÒ dava il suo inconfondibile via “avanti piano” e come per prodigio una immensa folla di fedeli, molti a piedi nudi, iniziava a tirare. Questo e tanto altro è stato don Giorgio “u parrinu di San Calò”; per questo ringraziamo Dio e San Luigi Guanella per averci dato la possibilità di conoscerlo e ringraziamo Lui per essere stato un esempio di bontà da potere imitare. È bello rassomigliarlo al suo maestro San Luigi Guanella “un manovale della provvidenza””.

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