Protesta nel carcere minorile Malaspina, detenuti appiccano incendio nelle celle
Altissima tensione nel carcere minorile Malaspina dove ieri dove si sono registrati violenti disordini da parte di alcuni dei detenuti
Altissima tensione nel carcere minorile Malaspina di Palermo dove ieri dove si sono registrati violenti disordini da parte di alcuni dei detenuti, prevalentemente maggiorenni. “La situazione è stata per ore molto grave ma ora per fortuna è rientrata”, denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Ieri sera, verso le 21, alcuni detenuti maggiorenni, italiani. dopo un pomeriggio di tensione e minacce hanno dato fuoco alla cella, provocando un incendio e bruciando materassi e suppellettili vari. L’incendio è stato prontamente domato dal personale di Polizia Penitenziaria: si è reso necessario chiamare il 118 in quanto due detenuti sono rimasti intossicati da fumi. Ma la cosa assurda è che la protesta è scaturita da futili motivi”. Il SAPPE evidenzia che “grazie alla tempestività e alla professionalità del Corpo di Polizia Penitenziaria, supportato dal restante personale prontamente intervenuto, la situazione è stata riportata sotto controllo, evitando conseguenze ben più gravi”.
Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece stigmatizza il grave episodio avvenuto nel carcere minorile palermitano ed esprime solidarietà ai poliziotti coinvolti. Evidenzia in particolare le criticità connesse alla presenza di detenuti maggiorenni in carceri per minorenni e denuncia: “Avevamo detto che era un errore l’innalzamento dell’età dei presenti nelle carceri minorili: oggi, infatti, possono starvi anche donne e uomini di 25 anni. Una decisione politica incomprensibile: da quando sono stati assegnati detenuti adulti, per effetto della legge 11 agosto 2014, n.117, questi maggiorenni si comportano con il personale di Polizia e con alcuni minorenni ristretti con prepotenza e arroganza, caratterizzando negativamente la quotidianità penitenziaria. E la loro ascendenza criminale condiziona tanti giovani, che li vedono quasi come dei miti”.
Capece giudica la condotta dei detenuti violenti “irresponsabile e gravissima: sono quotidiane le nostre denunce con le quali evidenziamo che le carceri siciliane sono ad alta tensione” e rinnova al DAP la richiesta di potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria dei Reparti regionali. Ma anche “la dotazione, per il personale del Corpo, di strumenti di tutela e garanzia non letali come i flash ball ed i bola wrap: il primo è un fucile che spara proiettili di gomma, già in dotazione alla Polizia Penitenziaria francese, mentre la seconda è un’arma di difesa che spara lacci bloccante le gambe dei riottosi, anch’essa già in uso ad alcune Polizie locali di alcune città italiane”. “Non lasciate soli le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”, conclude Capece: ““servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.