Palma di Montechiaro, occupa immobile confiscato alla mafia: al via processo
I fatti risalgono al 2016
È cominciato ieri mattina, a distanza di quasi sette anni dai fatti contestati, il processo a carico di un palmese accusato di aver occupato abusivamente un immobile confiscato alla mafia. In aula, davanti il giudice del tribunale di Agrigento Iacopo Mazzullo, sono comparsi i primi testimoni citati dal sostituto procuratore Gianluca Caputo.
Si tratta di alcuni agenti del commissariato di Palma di Montechiaro e del presidente di “A testa alta”, l’avvocato Antonino Catania, associazione che da circa dieci anni ha avviato un percorso di trasparenza e monitoraggio civico sui beni confiscati in provincia.
I fatti risalgono al 2016. L’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata trasferisce al patrimonio del Comune di Palma di Montechiaro un magazzino, un’abitazione e un locale per destinarli a finalità istituzionali; immobili confiscati dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento quindici anni prima, precisamente nel 2001.
Il giorno fissato per la materiale consegna, il personale dell’agenzia nazionale e il sindaco notano che l’abitazione è occupata sospendendo così le operazioni di consegna. L’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Scopelliti, ha sempre respinto ogni addebito.