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Sette teatri della provincia dichiarati monumento nazionale, esulta Pisano: “un grande riconoscimento”

Il provvedimento ora passa al Senato per l'approvazione definitiva.

Pubblicato 4 settimane fa

La Camera dei Deputati ha approvato pochi istanti fa, con 172 si, 46 no e 65 astenuti, la proposta di legge, contenente un emendamento del parlamentare agrigentino Calogero Pisano, incluso nel maxiemendamento riformulato in sede di Commissione parlamentare Cultura, che dichiara monumento nazionale diversi teatri italiani.

Nell’elenco figurano alcuni teatri della provincia: il Luigi Pirandello di Agrigento, il Regina Margherita di Racalmuto, il Re Grillo di Licata, il Sociale di Canicattì, il del Mare di Menfi, L’idea di Sambuca di Sicilia, il Sant’Alessandro di Santa Margherita di Belice.

Soddisfazione per il deputato Pisano che solo qualche giorno addietro aveva preannunciato la presentazione della proposta emendativa.

“Poco fa la Camera ha approvato la proposta di legge che dichiara monumento nazionale alcuni teatri dell’agrigentino, dicendo si ad un mio emendamento. Un grande risultato ottenuto ed riconoscimento di grande prestigio che assume un significato particolare in vista del prossimo anno quando Agrigento sarà Capitale italiana della Cultura e che dà, se possibile, ancora più lustro a dei teatri dal valore culturale e storico incommensurabile”, queste le parole di un soddisfatto Calogero Pisano.

Il provvedimento ora passa al Senato per l’approvazione definitiva.

Nel testo appena approvato, oltre ad un nuovo elenco di 408 teatri (rispetto ai 46 originari), che meriterebbero il riconoscimento di ‘monumento nazionale’, si prevede che possano comunque essere dichiarati tali, “i teatri la cui edificazione risalga ad almeno 100 anni” o quelli “la cui programmazione sia rivolta ad attività di spettacolo dal vivo con il concorso finanziario pubblico”. Hanno diritto al riconoscimento anche quei teatri “il cui edificio” sia stato riconosciuto di “interesse culturale”. Con i due maxi-emendamenti presentati dalla Commissione Cultura della Camera, presieduta da Federico Mollicone, è stata invece soppressa la parte del testo con la quale si prevedeva che, “entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge” intervenisse un “Regolamento adottato con decreto del ministro della Cultura” per stabilire i criteri e la procedura “per il conferimento della qualifica di monumento nazionale ad altri teatri storici”. Nel lungo elenco dei teatri che potranno essere considerati ‘monumento nazionale’ compaiono diversi teatri romani, a cominciare dal Teatro dell’Opera, il Brancaccio, l’Eliseo, l’Argentina, il Valle, il Quirino, il Rossini, la Sala Umberto e anche il Salone Margherita. La lista comprende anche la Scala e il Dal Verme di Milano; ‘La Fenice’ e il Goldoni di Venezia; il ‘Carlo Felice’ di Genova; il Teatro del Maggio musicale di Firenze; il San Carlo di Napoli; il Massimo e il Bellini di Palermo; il teatro greco di Siracusa; il Civico di Cagliari, Algero e Sassari. Oltre a numerosi teatri in quasi tutte le province italiane. Dall’attuazione di questa legge “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanzna pubblica”. Le varie amministrazioni competenti “vi provvedono nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente”. (ANSA).

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